Ci sono pochi modi per svoltare all’improvviso in una stagione. Uno è vincere a Bergamo 4-1. La Roma è riuscita a cambiare la sue prospettive nel giro di novanta minuti, da vittima sacrificale delle grandi è tornata a mostrarsi come una squadra che in mezzo a quel gruppetto sotto all’Inter potrebbe starci di diritto. Che poi era la previsione di inizio campionato, ridimensionata a suon di sconfitte cocenti e prestazioni stentate. Ci sono pochi allenatori capaci come José Mourinho di motivare i calciatori per un singolo impegno.
Ecco, il modo di preparare questa partita è stato il primo, vero capolavoro del portoghese nella Capitale. Prudente ma tutt’altro che rassegnato a perdere nelle dichiarazioni della vigilia («non firmo per il pareggio», ipse dixit), un martello nelle riunioni con la squadra, «perché il vero terremoto che sorprende tutti dobbiamo essere noi», come ha detto ai suoi ragazzi sabato mattina, non appena saputo (senza avvertirlo) del sisma che aveva colpito Bergamo, per fortuna senza conseguenze.
Detto, fatto, la Roma ha interpretato alla perfezione lo spartito, si è difesa da squadra e con una determinazione mai vista fin qui, è ripartita sfruttando la qualità che non le manca, andando a conquistare gli spazi che l’Atalanta accetta di lasciare a ogni avversario, chirurgica quando c’era da colpire. E adesso sono sei le vittorie nelle nove partite giocate con la difesa a tre fra campionato e Conference League: se il trionfo di Bergamo può essere la svolta della stagione, la miccia è stata senza dubbio il cambio di modulo, che sta aiutando praticamente tutti i giocatori a esprimersi meglio.
Ci sono pochi fatti apposta per giocare insieme come Abraham e Zaniolo. La nuova coppia d’attacco giallorossa si piace, sta costruendo un’intesa, promette meraviglie. Fisico, tecnica, fiuto del gol e sacrificio, insieme possono formare un tandem esplosivo e non c’è davvero alcun motivo per separarli. Ci sono pochi singoli giocatori in grado di trasformare da soli la Roma. Uno è Smalling. Col rientro dell’inglese al centro della difesa la squadra ha recuperato sicurezze, i compagni di reparto sembrano giocare più convinti e davanti si guadagna pure un attaccante aggiunto: a Bergamo il secondo gol consecutivo dell’inglese, arrivato al sesto in assoluto da quando veste giallorosso.
Ci sono poche partite pericolose come l’ultima dell’anno solare, contro una squadra di metà classifica. Ecco perché sin dal viaggio di ritorno in aereo da Bergamo Mourinho e il suo staff si sono messi a lavorare sulla sfida di mercoledì contro la Sampdoria. Non vincerla significherebbe buttare al vento il tesoro insperato raccolto a Bergamo. Anche stavolta saranno quasi cinquantamila i romanisti all’Olimpico pronti a tifare a squarciagola per impedirlo. Una delle poche certezze costanti sono proprio loro.
FONTE: Il Tempo – A. Austini