Nonostante il pareggio contro il Sassuolo abbia fatto cadere le braccia a qualche adepto del culto “mourinhano”, la posizione di José Mourinho è estremamente salda sia nel cuore dei tifosi sia in quello della famiglia Friedkin. Il romanista ha tutto il diritto di pensare che solo lo Special One abbia almeno tre requisiti fondamentali per farsi amare: ha vinto 25 trofei, sa come si fa, non ha paura di andare contro arbitri e Palazzo, sa come mettere pressione ai presidenti per farsi acquistare campioni.
Fino a questo momento i Friedkin hanno investito già 534,8 milioni per la Roma, compresi i 199 per acquistarla. Mourinho ha già ottenuto parecchio: i sei acquisti stagionali, considerando anche le spese d’ingaggio al lordo, hanno comportato una spesa superiore ai 100 milioni di euro.
Già l’acquisto di Tammy Abraham è stato possibile grazie a un sostanzioso extra-budget: l’inglese è costato 42 milioni, Rui Patricio 11,5 Vina 13 milioni, Shomurodov 20 milioni, Oliveira un milione di prestito e 12 per il riscatto. Quello giallorosso è il club che in estate ha speso di più sul mercato, ma al momento i risultati non sono all’altezza delle aspettative, con la squadra settima in campionato.
Proprio per questo Mourinho in estate vorrebbe una sorta di rifondazione, che presupporrà investimenti massicci da parte della società. Saranno finanziati dai Friedkin, dalla coppa europea che si giocherà e dalle cessioni. La mannaia del tecnico sulla rosa non aiuterà il lavoro di Tiago Pinto. A Trigoria notano come sul fronte dell’insegnamento, tra progressi e regressi dei giallorossi, i risultati fatichino ad arrivare.
FONTE: La Gazzetta dello Sport – M. Cecchini