Forse la svolta è, a 32 anni, aver alzato la soglia del dolore: dopo il fastidio muscolare accusato contro lo Spezia, molti – Mourinho compreso – avranno pensato che non sarebbe stato a disposizione per la sfida contro l’Atalanta, visti i precedenti. E invece, Chris Smalling ha stupito tutti: non solo lo abbiamo visto in campo al Gewiss, ma è stato al top. Con Smalling migliora anche Mancini, che nel reparto ha già un ruolo significativo, specie come leader: la presenza dell’inglese lo deresponsabilizza; migliora Ibanez, già in crescita, ma il brasiliano ora agisce con più sicurezza, è meno agitato, sbaglia il minimo.
La Roma, tra le prime della classe, ha una difesa da Champions: venti gol subiti, più di Inter, Milan, Napoli e Juve ma meno di Atalanta, Lazio e Fiorentina. Ha trovato equilibrio passando dai quattro ai tre. i. E ha trovato in Smalling il suo centrale dominante, perfetto come centrale di un terzetto: al Porto aveva Carvalho, al Chelsea sempre Carvalho con Terry, all’Inter Lucio o Samuel (più Materazzi), al Real Madrid Sergio Ramos, poi ancora al Chelsea bis Cahill o David Luiz, al Manchester United proprio Smalling con Blind e infine al Tottenham Alderweireld. Il dilemma per il futuro è sempre lo stesso: la fragilità di Smalling. Che però ultimamente sta garantendo continuità, e questa è una buona notizia: i problemi al ginocchio e poi muscolari sembrano ora alle spalle.
FONTE: Il Messaggero – A. Angeloni