«Adesso c’è poco da parlare e tanto da fare». Esattamente un anno fa, era il 26 gennaio 2016, Stephan El Shaarawy si presentava a Trigoria con queste parole. Reduce dalla fallimentare esperienza al Monaco, arrivato a Fiumicino la sera prima accompagnato dal fratello ed accolto quasi nell’indifferenza generale, l’attaccante firma va per la Roma con due obiettivi: dimostrare che, a 23 anni, poteva ancora esplodere e conquistare un posto all’Europeo. È riuscito a fare entrambe le cose, con sei mesi da urlo: 8 gol e 2 assist in 18 partite, reti di destro, di sinistro e di testa, un rapporto con i tifosi da incorniciare, un feeling con Spalletti fatto di bastone e carota ma che poi, in campo, faceva rendere lui e la Roma al massimo. Da settembre, però, qualcosa è cambiato: El Shaarawy non è più titolare, le occasioni ci sono, il rendimento meno, anche se ha realizzato già 6 gol e 5 assist. Non è un punto fermo della squadra e anche per questo la società cerca un attaccante sul mercato, mentre l’altro arrivo che, tra poco, festeggerà un anno di Roma, Diego Perotti, rappresenta una certezza in più per Spalletti. Rigorista della squadra, ai microfoni di Roma Radio ieri è stato netto: «Questo per me è stato un anno bellissimo, ho fatto bene io e ha fatto bene la Roma. Ma noi dobbiamo pensare solo a vincere e vincere, perché siamo secondi, ma non abbiamo ancora fatto nulla».
CRESTE E MUSINI – La scorsa stagione, con l’argentino finto nove, El Shaarawy era libero di giocare sulla fascia preferita, la sinistra, e volava sulle ali del l’entusiasmo. La sua cresta, famosa in tutto il mondo, era solo un dettaglio in un giocatore che sembrava essersi ritrovato. Adesso il sorriso anche nelle esultanze compare solo a tratti, ma in fin dei conti ci sono ancora tre competizioni e quasi un girone intero per levare il «musino», per dirla alla Spalletti, e riprendersi la Roma. L’obiettivo, stavolta, è collettivo: «Portare a casa un trofeo farebbe tutta la differenza del mondo», ha ribadito Perotti, 420’ in più di El Shaarawy giocati finora.
FISICO OK – Diego, archiviato il problema al polpaccio che gli aveva fatto saltare la gara con l’Udinese, ha detto di «stare bene. Ho avuto un edema, non un abbiamo deciso di non rischiare». El Shaarawy, invece, aveva saltato la gara col Pescara per un problema agli adduttori, anche questo alle spalle. Domenica, contro la Samp, si contenderanno la maglia accanto a Dzeko, tutti e due in rampa di lancio per il derby personale, visti i trascorsi nel Genoa. In teoria Perotti è favorito, in pratica la corsa e la capacità di occupare l’area del Faraone potrebbero rappresentare per Spalletti una carta in più. A patto, però, che Stephan torni ad avere quelle motivazioni che, un anno fa, ha messo in mostra fin dal primo giorno a Trigoria.