Uomini e compromessi. E un modulo che diventa il mezzo, non il fine. Il fine, ora, è salvare il posto, fare punti e riportare un po’ di normalità in vista della sfida di sabato contro la Lazio. Ma prima c’è una trappola, il Frosinone, che sembra avversario inutile, ma se nella squadra rivedremo quella anemia di Bologna, quell’avversario inutile ti fa male anche peggio, e quindi addio e altro giro altra corsa. In questo periodo, si sa Santander e Perica sembrano Romario e Bebeto, quindi massima attenzione. Siamo alle ultime per Di Francesco? Forse. Ma il tecnico, con chi sarà con lui fino all’ultimo (non tutti sono con lui, questo è chiaro), accantona i sofismi. Il futuro può aspettare, le provocazioni, messaggi e le “tribunette” saranno rimandate quando tutti saranno in grado di recepire. Domani si gioca con i vecchi e poi vada come vada. Quando Eusebio ha parlato di «ricorrere agli uomini», voleva dire proprio questo: dentro i vecchi, che si assumano le responsabilità. Tutti a Trigoria parlano di uomini: ecco gli uomini, riunione tra uomini, bisogna fare gli uomini, etc etc («dobbiamo analizzare le partite tra di noi, confrontarci più da uomini che da calciatori e assumerci le nostre responsabilità», questo El Shaarawy a Dazn, tanto per fare un esempio). Uomini.
DZEKO-SCHICK – Ecco, domani gli uomini hanno il compito di guarire la Roma. Perché dirlo è una cosa, dimostrarlo è un’altra. Ma chi sono gli uomini di domani sera? Rispetto a Bologna rivedremo Kolarov dall’inizio, altra chance a Fazio (oltre a Manolas e Florenzi), con Pastore nella linea dei trequartisti più Under a destra e uno tra Perotti ed El Shaarawy a sinistra. Confermato De Rossi, con al suo fianco Nzonzi. E il centravanti? Schick non è da escludere, perché Dzeko non sta benissimo. Siamo più o meno a un 4-2-3-1, con i noti limiti del caso. Adesso non conta troppo la tattica, ma il carattere. «Abbiamo il dovere di invertire la rotta: il calcio dà sempre una possibilità», sempre El Shaarawy a parlare. La possibilità, dice. Quella di domani lo è.
UOMINI E NO – Una sorta di all-in da parte dell’allenatore, che terrà fuori un bel pezzo dell’ultima campagna acquisti, quella giovane. Dentro solo Pastore (o Cristante) e Nzonzi, Olsen a parte. Del resto, se la spina dorsale della squadra (Nainggolan, Strootman, Alisson) non c’è più, se ne deve trovare un’altra. Siamo al settimo tentativo, dopo aver rigirato la squadra, con uomini e moduli. Solo Coric non ha mai visto il campo. Pur essendo uomo anche lui.