Un (nuovo) tavolo tecnico in Campidoglio con oggetto la discussione nel merito del progetto «Stadio della Roma». Sul piano politico la decisione di incontrare i proponenti dell’opera lontano dalla Conferenza dei servizi ha il senso del compromesso. E serve ad aprire un dialogo sulle cubature del progetto mettendo un tecnico comunale al fianco (o in sostituzione?) dei due delegati «politici», l’assessore Berdini e l’architetto Grancio. Se non come piccola correzione, la decisione del Campidoglio vale come spiegazione delle parole di Raggi che, pronunciate in mattinata, hanno lanciato una giornata di polemiche. «Proseguono i contatti con la società — così la sindaca —. Noi riteniamo che Roma e la Roma meritino uno stadio che deve essere fatto nel rispetto dei limiti di legge del Piano regolatore. In Regione è aperta la conferenza dei servizi ed è lì che si decide». Ma se il limite è quello già definito dal Piano regolatore, allora nell’area di Tor di Valle non si può costruire per un milione di metri cubi come chiedono i proponenti. Si può edificare per circa «soli» 400 mila metri cubi, cioè poco più della quantità di cemento che l’anti progetto Berdini era disposto a concedere alla Roma e al costruttore Parnasi.
Fine del sogno stadio, quindi? No, la trattativa va avanti, forse addirittura senza l’assessore: sarebbe forse la vittoria della linea morbida seguita da Daniele Frongia che punta al taglio del 20% delle cubature? E, nel caso, che farebbe Berdini? In ogni caso la prossima settimana il progetto si sposta in Comune con l’obiettivo di trovare una sintesi politica. Poi, entro il 31 gennaio, ritorna in Conferenza dei servizi per il verdetto che, se positivo, dovrebbe essere sostenuto da una variante urbanistica. C’è anche una corrente che sostiene la non essenzialità di una variante, come se fosse già implicita nella delibera di interesse pubblico approvata in Consiglio comunale. Ma la strada sembra politicamente non praticabile. Anche perché il presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti, ha chiarito il concetto: «Come si esce dall’impasse? Noi abbiamo fatto tutto, i tempi stringono, ed è nota la discussione interna al Comune e al M5S. Ma ora bisogna produrre degli atti amministrativi, altrimenti sono chiacchiere a vuoto».