In Nazionale Kumbulla è una pedina inamovibile, in giallorosso è il quarto centrale dietro Mancini, Smalling e Ibanez. C’è chi si riconcilia con la patria grazie al percorso virtuoso con il proprio club e chi, come Marash, ritorna al lavoro quotidiano sotto un’altra luce grazie alla vetrina della Nazionale. Con Smalling infortunato, l’albanese spera di entrare in modo più stabile nelle gerarchie di Mourinho. L’obiettivo è giocarsi le proprie carte anche quando il reparto sarà completo.
Di sicuro avrà l’opportunità di essere titolare in Conference League, a partire dalla trasferta di giovedì contro il Bodo Glimt in Norvegia, ma non può bastargli. E di sicuro non basterà alla Roma, che sul ragazzo ha investito circa 16 milioni (al netto delle contropartite) per assicurarsi uno dei talenti più in vista della Serie A. Edy Reja, c.t. del’Albania, ha reso Kumbulla uno dei leader della selezione nonostante i 21 anni.
“Ha marcato il centravanti più forte del mondo con una maturità impressionante. Non ha sofferto Lewandowski e anche quando affronta centravanti fisici e strutturati non teme il confronto. Con me gioca nella difesa a tre, lo faceva anche con Fonseca ma in Nazionale agisce spesso il centrale del reparto. Sta maturando, cresce a vista d’occhio“.
“Da quel che vedo io, penso possa adattarsi facilmente anche alla difesa a 4 perché lì dietro sa fare tutto. Ha avuto problemi con il Covid, poi un infortunio, ma con noi ha giocato due partite una meglio dell’altra“. Non è finita e Kumbulla non vede l’ora di tornare in campo per lanciare l’ultimo assalto a Qatar 2022. Per un mese, però, testa e anima sulla Roma e le prossime 7 gare, che possono farlo sperare in un minutaggio più consistente. Di certo non chiederà allo Special One più spazio, ma cercherà di conquistarselo sul campo, allenamento dopo allenamento.
FONTE: Il Corriere dello Sport – G. Marota