Le parole del presidente della Roma James Pallotta potrebbero aver riaperto un crinale percorribile nella difficile trattativa tra il finanziere di Boston e il connazionale Dan Friedkin per la cessione del club capitolino. L’attuale presidente giallorosso ha detto ‘no’ all’ultima offerta del tycoon texano da circa 580 milioni.
Di questa cifra però, 90 milioni erano denaro fresco che Friedkin avrebbe utilizzato come aumento di capitale riservato. Al netto di questa futura immissione di mezzi finanziari, l’offerta valutava quindi il club circa 490 milioni, di cui circa 300 rappresentati dal debito.
Quindi Pallotta e i suoi soci, che detengono l’88% della Roma, avrebbero avuto in pagamento circa 177 milioni da un’eventuale cessione. E siccome Pallotta in questi anni ha investito circa 260-270 milioni, l’operazione avrebbe significato una perdita di 100 milioni. Il presidente romanista ha confermato questa problematica con le sue parole: “Un accordo del genere non funziona con il seller-financing.
Proprio sullo scoglio del seller-financing però sembra che adesso Friedkin sia disposto a fare il salto di qualità: l’imprenditore non vorrebbe alzare il prezzo ma è pronto a pagare “cash upfront“. Quindi tutto e subito. Resta da capire se questo basterà per convincere Pallotta.
FONTE: MF Milano Finanza – L. Mondellini