La nuova Roma di Fonseca lascia senza fiato, purtroppo sia nel bene sia nel male. Così all’Olimpico all’esordio in campionato la partita finisce 3-3 e lascia a tutti la sensazione che se si continuasse a giocare potrebbe finire 4-4 o 5-5 o 6-6 o anche 4-0, se fosse un giorno in cui va tutto bene, o 0-4, se fosse un giorno in cui va tutto male.
E il rischio è che tutta la stagione possa andare così, a meno che sul mercato Petrachi non riesca a tirar su dal cilindro un difensore magari meno fragile di quanto non siano apparsi Juan Jesus (dopo l’estate un po’ illusoria) e Fazio, o Fonseca ad aggiustare una fase di non possesso che sembra strutturalmente pensata per mandare in difficoltà i due centrali difensivi, gli unici che in certi momenti sembrano delegati all’azione di contrasto.
Restano poi negli occhi anche le prodezze, gli assalti sincronizzati, l’aggressione alta e continua, l’occupazione militare dell’area avversaria. Ma sempre con quel retrogusto un po’ amaro con cui si guarda il pilota di talento che non arriva mai in piedi sempre per il gusto di non alzare mai il pedale dell’acceleratore.
Le luci e le ombre Già dalla nuova presentazione delle formazioni si è voluto far piombare il tifoso all’Olimpico (peraltro in cornice discreta, quasi 40.000 spettatori, di cui 21.114 abbonati) nell’atmosfera tutta luci e ombre che si prefigura nella stagione della Roma, come se non bastasse mai fare tre gol per essere vittoriosi, come se non si dovesse mai rinunciare ad inseguire la vittoria anche sotto di un passivo pesante.
Vespasiani, lo speaker dell’Olimpico, ha inaugurato la stagione dell’Olimpico rinnovato (con lo spostamento della tribuna stampa in piccionaia per ricavare molti preziosi posti corporate in più) lanciando i nomi dei calciatori in un gioco di flash nel buio piuttosto simile al cerimoniale che usa la Juventus prima delle sue partite. Ma loro spesso alla fine festeggiano e invece la stagione romana si è inaugurata con un pareggio.
FONTE: Il Romanista . D. Lo Monaco
https://youtu.be/tT4kRGE361w