Già così, la Roma marcia a un passo da Champions League diretta. Ma se riuscisse a migliorarsi un poco, senza esagerare con le pretese, potrebbe persino arrampicarsi sulla roccia dello scudetto. Servirebbe un record, certo, un altro record societario: mai nella storia la Roma ha fatto più di 85 punti. Ma ripartendo dai 41 conquistati nel girone d’andata, è lecito sperare in un incremento: in fondo qualcosa Spalletti ha lasciato per strada, come i due pareggi di Cagliari e Empoli, come le sconfitte un po’ contorte di Firenze e Bergamo. Un margine di sviluppo c’è, insomma, senza sacrificare l’agilità dimostrata in tutti gli scontri diretti eccetto quello principale, con i campioni in carica della Juventus.
PRECEDENTI – Facciamo due conti. La storia contemporanea della Serie A a 20 squadre, escludendo i due campionati polverizzati da calciopoli, consente alla Roma di guardare con grande ottimismo alla tabella di ritorno che comincia domani pomeriggio in casa dell’Udinese. Se eguagliasse il punteggio delle prime 19 giornate, chiuderebbe a 82 punti che in tutti i casi considerati (dieci tornei su dieci) sono stati sufficienti per il secondo posto, quindi per la qualificazione alla fase a gironi della Champions League: peraltro una volta su due, quindi in cinque stagioni su dieci, è stata proprio la Roma ad arrivare seconda. Nel 2013/14, il primo torneo di Rudi Garcia allenatore, è stato appunto stabilito il primato di punti societario: 85. E sarebbero stati di più se la squadra, una volta certificato aritmeticamente lo scudetto della Juve, non avesse mollato le ultime tre partite, tutte e tre perse.
QUASI SCUDETTO – Ma la considerazione più interessante dell’analisi è forse un’altra: in sette campionati su dieci, nell’intervallo considerato, per vincere lo scudetto sono bastati 87 punti o meno. Le eccezioni solo l’Inter della prima stagione dopo lo scandalo (2006/07: 97 punti), la Juventus che ha saputo sfondare il muro dei 100 punti (2014/05: 102) e la Juve di Allegri dello scorso anno, salita fino a 91. Significa che se la Roma batte il suo record, sistemandosi almeno a quota 86, avrebbe buone possibilità di infastidire la Juventus. Spulciamo gli archivi: la fantastica Inter del Triplete (2009/10) bruciò la Roma in volata con 82 punti, 2 in meno di quanti ne erano serviti l’anno prima per tagliare il traguardo con dieci lunghezze di vantaggio sulla Juve. Nel campionato successivo è sempre a 82 che il Milan ha festeggiato il suo scudetto, l’ultimo prima del quinquennio monopolizzato dalla Juve. E la stessa Juventus, nella prima stagione di Conte, ha chiuso da vincitrice a 84 punti.
CORRERE – Per quanto possa apparire banale, dunque, la Roma deve fare solo la corsa su se stessa e sui propri limiti, minimizzando le perdite e capitalizzando più punti possibile. Alla fine i conti potrebbero essere più soddisfacenti di quanto lo stesso Spalletti non immagini adesso.
UMORE – Di sicuro i giocatori sperano sinceramente nella rimonta, nonostante il -4 che con ogni probabilità diventerà -7 dopo il recupero della Juventus a Crotone. Lo hanno ripetuto in varie circostanze, da Dzeko a Nainggolan passando per De Rossi e Fazio: «Non siamo lontani, tutto è possibile, ce la giochiamo». Un bel test sarà questo weekend di partite, con le due principali contendenti allo scudetto impegnate in trasferta: la Roma va a Udine confortata dal blitz di una settimana fa a Marassi mentre la Juventus gioca nel posticipo sul campo emotivamente meno semplice, Firenze. Se Spalletti vince, si riporta per qualche ora a -1 in una classifica virtuale eppure piena di buoni propositi. Basta studiare la storia.