Oggi alle 13.00, il mister Josè Mourinho, risponderà, nella sua ultima conferenza, alle domande dei giornalisti nella conferenza pre gara del Roma-Fiorentina (domani alle ore 20.45). Tuttoasroma seguirà l’evento con diretta TV dal profilo ufficiale facebook della società giallorossa:
Come ha trovato il recupero dei giocatori? “La vittoria aiuta a recuperare. Quando si vince la stanchezza non è la stessa di quando si perde, è stato un plus per noi. Nessun infortunio, neanche piccoli. Stiamo bene, siamo pronti. Abbiamo giocato 48 ore fa, ma il calcio di oggi è così. Si gioca ogni 3 giorni, anche una squadra che può aiutare nei momenti di difficoltà. Abbiamo bisogno di giocare, abbiamo sentito la differenza con una squadra che ha l’intensità di 3 partite ufficiali, per questo abbiamo bisogno di giocare. Non farò tanti cambi, abbiamo 4 partite di fila. Domani è la seconda, poi avremo Trabzonspor e Salernitana e dobbiamo pensare partita per partita, pensando solo all’evoluzione”.
A Trebisonda parlava dell’aiuto del pubblico. Domani si va verso il tutto esaurito, quanto può aiutare la gente della Roma a ridurre il gap dei 16 punti rispetto al quarto posto? “I tifosi possono aiutare, ma anche giocare. È un modo diverso di andare allo stadio. A volte sono lì, altre per aiutare, altre per giocare. Spero che siano qui per giocare. Ho giocato qui come avversario e ho capito la passione che hanno, sicuramente mancano tanto le partite vere, da un anno la gente non va allo stadio. Se facciamo la formula passione più quello che manca, sono convinto che saranno lì per giocare. E se loro giocano con noi sarà molto più difficile per la Fiorentina portare a casa punti”.
In ogni intervista dice che le manca qualcosa. Ha parlato della prossima estate. È uno stimolo alla società o è per mantenere i piedi piantati a terra? “L’ho detto l’altro giorno. Oggi ciò che mi manca sono i tre punti di domani. Sono tre punti che stanno lì, ma stanno lì per le due squadre, come li voglio io li vuole Italiano. È l’unica cosa che mi fa pensare. Vogliamo vincere. Capisco la domanda, posso dire e spero di dire che ho cercato di spiegare al meglio possibile, non so se sia stato sufficiente, ho detto che il nostro mercato è stato un mercato di reazione, reattivo. Perché abbiamo perso due giocatori che non ci aspettavamo e abbiamo dovuto reagire per questa ragione. Non abbiamo preso qualche giocatore che nella mia visione sarebbe un giocatore importante per riequilibrare la nostra rosa, ma se una società fa uno sforzo come quello che ha fatto per avere una reazione fantastica ai problemi, non ho diritto di mettere alcun tipo di pressione, non faccio nessuna richiesta in più e mi nascondo dietro a una parola chiave, che è tempo. Tempo è la parola chiave nel nostro progetto, che mi ha portato qui a Roma. Mi nascondo dietro questo tempo per dire che capisco perfettamente che sarà difficile fare qualcosa in più e che tranquillamente il mio lavoro adesso è lavorare e lavorare con tutti i giocatori che abbiamo in rosa. Abbiamo tempo per fare qualcosa di più, se non si fa adesso si farà a gennaio o in estate. Mi piacerebbe che fosse l’ultima volta che parlo di questo, ma il mercato finisce il 31, magari alla prossima conferenza ne parleremo uguale. Sono molto contento per lo sforzo, per il modo in cui la società si sta muovendo. Non ho il diritto di chiedere niente di più. Lavoriamo con quello che abbiamo e andiamo lì, col feeling che mi piace avere, per cui vogliamo vincere ogni partita. Non ci sarà nessuna partita in cui non andiamo per vincere. Se pareggiamo all’ultimo minuto col Trabzonspor ce lo prendiamo, ma come principio di vita andiamo per vincere ogni partita, anche se giocheremo con squadre con più potenziale”.
Italiano ha messo in difficoltà la Roma. Come prepara la partita, guardando la Fiorentina nelle amichevoli o lo Spezia? “Prima di tutto hanno scelto bene. Prima Gattuso e poi Italiano, hanno scelto bene entrambi. Complimenti a loro. Un po’ di tutto. Ovviamente gli analisti fanno un lavoro pensando a quello che è la filosofia basica dell’allenatore, l’anno scorso allo Spezia, abbiamo analizzato il più possibile per capire i suoi princìpi. Abbiamo visto quello che è stato possibile analizzare della Fiorentina. Sappiamo delle difficoltà. Sarà una partita difficile per noi. È arrivato da poco come me, sappiamo che quando giochiamo contro una squadra che ha lo stesso allenatore per diversi anni le difficoltà sono alte, le dinamiche sono automatiche, però Italiano è un bravo allenatore, io sono un bravo allenatore e le nostre squadre già giocano abbastanza bene per lavorare da pochissimo tempo con noi”.
Nell’ultima amichevole il campo è sembrato in condizioni pessime. Lei viene dall’Inghilterra, è preoccupato del campo e delle strutture italiane? Come sta Abraham? “Hai fatto centro quando hai detto Inghilterra. Il clima aiuta tanto alla qualità dei campi, hanno un modo di organizzare il calcio che dà tanta attenzione e per questo paragonare l’Inghilterra con altri paesi è difficile. Ma dire che esiste qualche rapporto tra l’infortunio di Smalling e il campo sarebbe molto cattivo. Rifiuto completamente questa connessione. Il campo non stava bene la scorsa settimana, ho dubbi che domani sarà bello bello, ma ho fiducia nella professionalità e nell’orgoglio della gente, penso che domani, una settimana dopo la partita col Raja, possa essere in condizioni più accettabili e sicuramente la settimana prossima quando la Lazio giocherà in casa per loro sarà ancora meglio. Un po’ di pressione da tutti, non solo dal mio Instagram, che è un Instagram cattivo, perché è senza filtri, tutto quello che mi passa in testa non può controllarlo nessuno, neanche l’ufficio stampa, può far sì che i campi in Italia possano avere un livello che permetta di giocare bene. E quando guardo gli allenatori che stanno in Serie A e penso ad altri bravi allenatori che in questo momento non sono in Serie A, come Conte, Gattuso, Ranieri, credo che tutti vogliamo il calcio di qualità che ha bisogno di campi di qualità. Abraham domani ci sarà, non si è allenato con la squadra, ma le regole sono da rispettare. Si è dovuto allenare da solo, ma ha fatto un buon lavoro col Chelsea, ha giocato anche partite amichevoli di alto livello contro Arsenal e Tottenham. È stato in panchina nelle gare ufficiali, ma è pronto per giocare dal punto di vista fisico. È stata una settimana difficile tra viaggi, test fisici, documenti, contratti. Abbiamo tre attaccanti, Borja, lui ed Eldor. Siamo contentissimi di averli”.
Come giudica il processo di maturazione di Reynolds? Che valutazione è stata fatta su Florenzi? “Non posso valutarlo tanto, lo conosco da un mese. Lavoriamo insieme da 5 settimane, è impossibile fare un’analisi, non esiste un parametro. Quello che posso dire è che fisicamente ha una condizione fantastica per essere un terzino. Su questo nessun dubbio. Tecnicamente e tatticamente è arrivato da una realtà completamente diversa. Deve migliorare ma è normale. Non ha mai giocato in Europa. Su Florenzi il modo migliore per rispondere è fargli tanti auguri di una buona stagione, possibilmente finendo dietro di noi. Spero possa essere felice al Milan. Ho parlato con lui e nella sua testa aveva chiaro quello che voleva e non voleva fare. Quello che voleva fare è andare al Milan, e quello che un giocatore vuole fare è importantissimo per me. La società ha collaborato”.
Ha parlato spesso di tempo, ma nel corso della sua carriera il suo tempo era sempre adesso. Il concetto di tempo è cambiato per la Roma o è cambiato Mourinho? “Non dico il profilo di club, perché la Roma è un club gigante, della dimensione di tanti altri dove sono stato, ma questa è la dimensione del club come storia, tifosi, città. Un’altra cosa è la natura dei progetti. Quando sono arrivato al Chelsea, all’Inter, al Real Madrid i progetti erano assolutamente ovvi e non c’erano dubbi, bisognava vincere oggi. La Roma è in una situazione diversa, non vince da tanto, è finita a -29 dallo scudetto, a -16 dal quarto posto. È ovvio che serva tempo, il tempo nel calcio è importante. La realtà è il pragmatismo dei numeri. Non vinciamo da tanti anni, questa è la realtà, la crudeltà, il pragmatismo dei numeri. Non c’è altro modo di cambiare questa dinamica. Tempo, organizzazione interna, lavoro invisibile perché per voi e per i tifosi quello che si vede è la squadra in campo, i risultati, la classifica. C’è tanto da fare nell’organizzazione di un club e col tempo il risultato arriverà. Per domani, poi per la Salernitana, poi per la Juve o l’Inter: domani è per vincere”.
Una domanda sui terzini. In Turchia si spingevano spesso anche insieme, la Roma si è trovata in difficoltà dalla parte di Karsdorp, ma ci sono stati anche cross sbagliati, quasi casuali… “Faccio una battuta. Quando giochi in Inghilterra dicevo sempre ai miei che mi mancavano le conferenze in Italia perché in Inghilterra non vogliono parlare di calcio, ma solo di casini. In Italia ora non voglio parlare di tattica, perché siete bravi. Ho avuto domande simili alla tua. Siamo arrivati a tante situazioni di cross, e abbiamo sbagliato tanto, hai ragione. Spingere con due terzini allo stesso tempo lo abbiamo fatto, possiamo farlo, possiamo farlo con uno o con nessuno. Il calcio di oggi è andato in una direzione, qualche anno fa una squadra ha un modulo di gioco e non usciva da quel modulo, lo sviluppava. Oggi si fa diversamente, tanti lo fanno. È più difficile per l’avversario preparare la gara contro di te. In alcune partite di prestagione l’abbiamo fatto solo con uno, ci sono diversi modi. Diversi modi di arrivare allo stesso obiettivo. Vogliamo vincere le partite, per vincere bisogna segnare, per segnare bisogna arrivare in una buona posizione. La qualità del cross qualche volta è una qualità che un giocatore che ha o non ha, altre volte è una questione di fiducia e momento. Quando guardo Karsdorp, Vina, Calafiori, hanno tutti una buona qualità di cross. Il cross del gol è stato di Mkhitaryan che non è un giocatore di fascia. Sviluppiamo il nostro gioco offensivo con diverse possibilità”.
Quali sono le squadre che ritiene più attrezzate rispetto alla Roma? “Domanda facile, sapete la risposta. Il pragmatismo della classifica. Guardi lì e non è difficile capire le distanze. Quando le distanze sono 2, 3, 4 punti sono tutti nella stessa tasca, quando sono 29, 25, 16, 17… lasciateci tranquilli. Alla fine si vede. Il mio discorso non cambia. Vogliamo vincere la prossima partita, magari pareggiamo o pareggiamo, quando giochiamo contro Inter, Juventus, Milan, Atalanta, chi è stato più forte di noi, non cambieremo questo discorso”.
FONTE: Redazione Tuttoasroma – R. Moilinari