I giorni della storia. Dentro Liverpool-Roma di domani c’è tutto: il sogno, la rivincita, gli occhi del mondo addosso. Comunque vada a finire, la partita di Anfield diventerà, magari solo momentaneamente, quella con più spettatori di sempre per i giallorossi in tutto il pianeta. Oltre ai 54mila presenti allo stadio, di cui quasi tremila romanisti, con i 228 Paesi raggiunti nel mondo dalle tv che detengono i diritti della Champions League, si può stimare un’audience globale di quasi 100 milioni di telespettatori. Da Sydney a Los Angeles, dalle Fiji al Burundi, fino ad aerei e navi dove arrivano le immagini del broadcaster Sport24, chiunque potrà collegarsi con Anfield in ogni angolo del globo. Le finali degli ultimi anni hanno contato circa 350milioni di tifosi davanti alle tvdi tutto il mondo, il fatto che domani si giochi solo Liverpool-Roma garantisce una platea pari, più o meno, a un terzo rispetto a quei numeri. Solo in Italia sono stati 7.6 milioni a seguire la gara di ritorno contro il Barcellona su Canale 5, che trasmetterà in chiaro anche la sfida di domani e conta avvicinarsi agli ascolti della Juve: oltre10 milioni per il ritorno Tottenham e col Real. Cifre pazzesche che non si possono paragonare alla finale di Coppa dei Campioni del 1984, giocata in un’altra epoca calcistica, sociale ed economica, dove la platea potenziale era decisamente minore. E siccome nei 34 anni successivi i giallorossi non sono mai arrivati a giocare neppure una semifinale del torneo più importante, ecco che l’evento di do- mani assume contorni imparagonabili con il passato.
È il salto in alto che serviva al progetto pensato da Pallotta per avvicinarsi ai titani d’Europa, anche se il presidente ha sottolineato come sia «possibile in una singola partita battere chiunque ma per entrare stabilmente tra i primi 10 servono i ricavi». E quindi lo stadio di proprietà, ancora impantanato nella burocrazia. Intanto, però, il lavoro della Roma in questi anni sta portando dei frutti tangibili: sono in via di definizione due contratti con gli sponsor di maglia – il principale da stampare davanti e il marchio Hyundai sul retro – con accordi da complessivi 13-14 milioni di euro all’anno a partire dalla prossima stagione, ma la Roma ha un sogno: qualificarsi alla finale di Kiev e giocarla con la maglia già «brandizzata». Il momento di visibilità è unico e va sfruttato. Follower e interazioni sui social network stanno crescendo a prescindere dalla campagna in Champions e quei numeri ora «spostano» anche in termini di sponsor, tanto che potrebbe essere venduto pure lo spazio sulle divise d’allenamento. A Liverpool la società porterà 40 persone del media center, in questi giorni ha ricevuto decine e decine di richieste di intervi- ste, compresi i colossi Bbc e Cnn. Da Mourinho ad Ancelotti, tutti parlano della Roma. Che intanto, zitta zitta, diventa più ricca.