Edin 2, la vendetta. Un film che in Germania e Inghilterra è già andato in onda nel 2008 e nel 2011, e che in Italia la Roma si sta godendo in questo primo scorcio di stagione in cui Dzeko ha segnato 5 gol in 7 partite. Tanti quanti ne aveva segnati l’anno scorso dopo 22 gare. Uno ogni 108 minuti, meno solo di Higuain (66’), Bacca (90’) e Icardi (105’) che però non vantano 3 assist come il bosniaco. Da bidone a campione ritrovato quindi come già gli era capitato con Wolfsburg e Manchester City. In Bundesliga, infatti, dopo una prima stagione disastrosa e qualche infortunio si è preso il titolo di capocannoniere con 26 reti. Di cui 5 segnate nel mese di settembre. In Premier ha fatto meglio: 8 gol nelle prime 5 gare. Numeri vicini a quelli di quest’anno che hanno oscurato vignette satiriche, fischi e borbottii legittimi arrivati dopo un anno deludente e tanti, troppi errori sotto porta. Edin ha atteso in silenzio, senza creare polemiche anche quando veniva spedito in tribuna. In estate ha rifiutato ricche offerte esotiche: no alla Cina, no alla Turchia. Perché sapeva di poter dare ancora tanto al calcio che conta.
In ritiro è stato uno dei migliori diventando il “bomber” delle amichevoli estive, poi sono arrivate gioie (vedi Udinese o Samp) e dolori (vedi Porto e Torino). Per convincere (quasi) tutti serviva un gol pesante e una prestazione da leader. Contro l’Inter sono arrivate entrambe ed è arrivato anche un record: Dzeko è infatti l’attaccante nei 5 massimi campionati europei che ha calciato di più verso la porta avversaria (40 volte). A far sorridere Spalletti però più che i numeri è stato l’atteggiamento messo in campo dal numero nove. «C’è differenza tra questa e le altre partite di Edin. Ho iniziato a dirgliele pubblicamente le cose e ora qualcosa si vede. È un calciatore completo, gli manca solo un po’ di carattere, si è detto e possiamo dirlo perché non gli facciamo del male. Non è solo un’analisi momentanea perché ogni tanto abbassa il livello di cattiveria agonistica. Il resto della squadra è ancora al 60%, abbiamo ancora spazio per crescere» ha detto l’allenatore a Roma Radio. La rinascita di Dzeko passa anche dai metodi duri di Spalletti che ha scelto di mandarlo in campo senza dirgli nulla. «Guarda che giochi», gli aveva predetto Totti domenica mattina. «Non credo, nessuno mi ha messo in formazione», la replica di Edin.