Il percorso della Roma nella Champions League termina alle semifinali. La squadra di Eusebio Di Francesco non riesce nell’ulteriore impresa di rovesciare il risultato di cinque a due maturato ad Anfield otto giorni fa. Il sogno della finale di Champions League si infrange a un passo dalla meta; il Liverpool di Jurgen Klopp esce vincitore dal doppio confronto e si guadagna la finale di Kiev.
Nella gara di ritorno, la Roma ha provato a regalarsi la seconda finale di Coppa della sua storia, ma si è dovuta arrendere ai reds e agli errori che nell’arco dei centottanta minuti sono pesati e non poco.
Serviva un gol nei primi minuti per aggredire, anche psicologicamente, il Liverpool; ma una disattenzione di Nainggolan regala il pallone sulla trequarti ai reds che Manè non si fa scappare. La rete segnata dal senegalese è la prima in tutta la competizione incassata da Alisson all’Olimpico. Nonostante il grave errore, la Roma riesce a pareggiare la contesa pochi minuti grazie a un’autorete di Milner. Riportata la gara in parità, i giallorossi cercano di prendere il pallino del gioco, ma al minuto venticinque, da un’azione di calcio d’angolo, il Liverpool si riporta in vantaggio con Wijnaldum e l’impresa per la Roma iniziava a prendere le sembianze di una chimera.
Nel secondo tempo la Roma riparte a spron battuto, trovando il pari grazie al solito Dzeko al cinquantaduesimo. Nei minuti successivi, oltre ai cambi che hanno visto Under, Gonalons e Antonucci entrare al posto di Pellegrini, De Rossi ed El Shaarawy, i giallorossi possono recriminare per due calci di rigore: uno per fallo su Dzeko, non ravvisato per un presunto fuorigioco dello stesso e l’altro per un tocco di mano di van Dijk su conclusione ravvicinata di El Shaarawy. In entrambi i casi, il direttore di gara ha lasciato giocare, negando ai giallorossi l’opportunità concreta di riaprire la partita.
Nei minuti finali la Roma riesce a vincere la partita, terminando la competizione imbattuta tra le mura amiche, segnando il tre a due grazie a una conclusione di Nainggolan da fuori e sempre con il belga a tempo ormai scaduto dal dischetto per il definitivo quattro a due.
Nonostante l’eliminazione c’è solo da alzarsi il cappello davanti a Di Francesco e ai suoi uomini, che, partendo sfavoriti già dai gironi si sono guadagnati, a suon di risultati e prestazioni una semifinale a dir poco insperata. Questo risultato, ora, deve essere solamente un punto di partenza per affrontare la prossima stagione con aspettative e prospettive vincenti, partendo dal terzo posto in questo campionato per guadagnarsi la possibilità di vivere ancora queste emozionanti notti europee.