Un pareggio sembrava dover essere e un pareggio è stato. Alla vigilia la Roma aveva bisogno di almeno un punto per guadagnarsi l’accesso alla Champions League, ma dopo la sconfitta casalinga dell’Inter contro il Sassuolo, il traguardo europeo era ormai raggiunto e come sottolineato da Di Francesco in conferenza stampa, serviva guadagnare il terzo posto, per prestigio e mentalità; da questi particolari si fondano le basi di una squadra di livello e questo è il percorso che la Roma e Di Francesco vogliono intraprendere.
Confermate le indiscrezioni dell’andata, con Pellegrini al posto di Strootman che parte dalla panchina, la Roma cerca di fare la partita nella prima frazione; la squadra di Di Francesco riesce a prendere in mano il pallino del gioco, ma non riesce mai a impensierire la porta difesa dall’ex polacco Szczesny. Allo stesso tempo, i quasi campioni d’Italia di Allegri non riescono a ripartire come vorrebbero per impensierire il numero uno giallorosso Alisson.
Nella ripresa la Juventus sembra aver preso le misure ai giallorossi, comandando la manovra e trovando anche la rete al quarantasettesimo con Dybala che riesce a correggere in rete un crossa dalla destra. L’azione, però, è viziata da fuorigioco prontamente segnalata dall’arbitro che mantiene il punteggio fermo sul risultato iniziale di zero a zero.
Al quarto d’ora la virtuale chiusura della partita; Radja Nainggolan viene espulso per doppia ammonizione a seguito di un fallo sulla trequarti. In superiorità numerica e nonostante il vantaggio del Napoli sulla Sampdoria, i bianconeri non cercano insistentemente il colpo del vantaggio e la Roma riesce senza troppi sforzi ad arginare la manovra degli uomini di Allegri.
I cambi, che vedono entrare Gonalons, Schick e Strootman, al posto di Pellegrini, Under e De Rossi, non muovono gli equilibri, la Roma resiste in inferiorità numerica e la gara si avvia verso un pareggio scritto che laurea la Juventus campione d’Italia per la settima volta consecutiva e la Roma, già qualificata alla prossima Champions League, ad un solo punto di distanza dalla conquista del terzo posto; una questione di mentalità, che Di Francesco e la Roma non vogliono lasciare da parte.
Dopo cinquanta partite sulla panchina della Roma, Eusebio Di Francesco ha portato quel valore aggiunto che nel tempo può far fare il salto di qualità ai giallorossi. Ora la Roma per conquistare il terzo posto dovrà vedersela con il Sassuolo, casa dell’allenatore abruzzese fino all’anno scorso; il teatro migliore per dimostrare che la gavetta è servita per ambire ai più grandi traguardi in Italia e in Europa.