Sì, c’è Cristiano Ronaldo dall’altra parte. Che si fa, si molla tutto? No, almeno bisogna provare a fare con gli ingredienti a disposizione, senza pensare allo scudetto, ad oggi lontano, e infatti Di Francesco, nell’ultima intervista ai media di Trigoria, non ne parla. Ronaldo la Roma non ce l’ha, non ce l’avrà. Ronaldo che rinforza una squadra già fortissima, deve essere paradossalmente l’arma in più per le altre, compresa la Roma. Che ha Pastore, ha De Rossi, ha Schick, Dzeko. La Roma ha Eusebio Di Francesco, che riparte con un anno di esperienza romana in più sulle spalle e in allenamento comincia a distribuire principi seri, magari proprio contro il ronaldismo «possono inventarsi quello che vogliono (gli avversari, ndr): se andiamo forti a prenderli non possono fare nulla anche se lo sanno». Questo lo dice alla squadra, durante le esercitazioni tattiche.
Si allena le gambe e la mente. «La sintonia è cresciuta, abbiamo valutato le persone prima di tutto negli acquisti, poi il calciatore. Vedo disponibilità e grande senso del sacrificio. E’ importante il senso di appartenenza, qualcuno che sta qua da più tempo già ce l’ha», DIFra dixit. Quel senso di appartenenza di Strootman che, durante l’allenamento, zittisce il giovane Luca Pellegrini (tensione per motivi tattici): a fine partitella, Eusebio li prende da parte e mette pace. La Roma ha Di Francesco che, con Monchi, sta provando a cambiare pelle alla squadra: chiede velocità, qualità, essere corti, dinamici. La Roma sta ragionando anche sulla possibilità di cedere Alisson, calcolandone benefici e aspetti negativi. Se parte: arrivano soldi per il bilancio e per un attaccante di livello,ma perdi il miglior portiere della scorsa stagione. Se resta: riparti da un numero uno vero, ma forse devi accontentarti di una punta che magari ha il sapore di scommessa.
Appunto, tanto il Ronaldo non arriva comunque. «Cristiano è un valore aggiunto per il campionato. Si esporta il marchio della Serie A in tutto il mondo,quando giocheremo contro di lui dovremo stare più attenti perché è uno che trova il gol con facilità». Quindi, lato positivo per il calcio italiano – sostiene Di Francesco – e in qualche modo stimolante per le singole avversarie: contro Ronaldo si deve giocare meglio. E lui, la Roma ce l’ha in testa. Con Pastore: «Si deve allenare bene, con grande continuità e deve conquistare la maglia da titolare, ma mi piace come ha approcciato il Flaco».
CALMA SUI GIOVANI In questo ha le idee chiare, che sono quelle dello scorso anno, almeno nei principi che, a suo dire, «devono rimanere gli stessi». «Ame interessa portare la squadra a una condizione ottimale per l’inizio del campionato. Il fatto che i ragazzi conoscano già i miei metodi di lavoro rende l’adattamento più facile. I giovani? Hanno i loro pro e i contro, bisogna avere un po’ più di pazienza».E la Roma ne ha diversi. Quindi ne serve tanta, di pazienza