Dal Milan stellare di Berlusconi alla Roma in crescita di Pallotta: Umberto Gandini ha accettato la sfida e il 28 ottobre verrà nominato amministratore delegato del club, firmando un contratto di tre anni. Porterà a Trigoria la sua esperienza ventennale in rossonero, tentando dimodificare alcune dinamiche in Lega, ormai ataviche, che bloccano l’evoluzione del sistema calcio: «È importante essere competitivi e alla guida del cambiamento che il calcio italiano sta facendo. Siamo in un campionato di passaggio, mentre una volta eravamo un punto di arrivo nella carriera dei calciatori, dobbiamo rimboccarci le maniche come sistema e ripartire. Stiamo perdendo terreno» ha detto ieri in un incontro con la stampa.
Gandini è esperto di politica sportiva e presto ricoprirà nuovi incarichi a livello internazionale: «Se la proprietà mi ha portato qui è perché ha visto in me una persona che può far fare un salto di qualità. Mi calerò sempre di più in questa realtà, era l’unico club italiano in cui sarei andato dopo il Milan». Un dirigente che ha vinto e conosce la strada per la vittoria: «Nello sport, però, vince uno solo e arrivare secondi o terzi non vuol dire aver fallito». Le sue conoscenze spaziano dal marketing alla gestione dei giovani: tra i suoi obiettivi il ritorno del pubblico allo stadio e lo sponsor sulla maglia. Il neo a.d. ha chiarito che Baldini è un consulente e non è interessato a fare il direttore sportivo. Nel pomeriggio Sabatini è tornato a Trigoria per un saluto ai nazionali.