Recita il “mea culpa” per alleggerire l’inevitabile pesantezza che i giocatori già hanno sulle spalle, Di Francesco. Lo fa nell’immediato post- partita e lo ripete il giorno dopo, in contatto con Monchi, quando è già tempo di processi in casa Roma. La sconfitta contro il Milan, arrivata quattro giorni dopo il 3- 3 in rimonta contro un’Atalanta che si è mostrata molto più in forma dei giallorossi, mette in discussione l’assenza di gioco, la condizione fisica e mentale di una squadra già in crisi alla terza di campionato. «Ho sbagliato la scelta – la spiegazione del tecnico – il sistema di gioco non ha dato i risultati sperati, quando volevo aiutare i giocatori in difficoltà. Con la difesa a tre puntavo a dare sicurezza e compattezza al reparto, ma evidentemente è andata male». Non è una questione numerica, ne sono consapevoli dentro Trigoria, ma sicuro pesa il dato numerico dei punti in classifica: quattro nelle prime tre giornate, dato negativo che per ritrovarlo bisogna tornare indietro di sei anni, alla stagione 20012- 13, quella cominciata con Zeman in panchina (e terminata con Andreazzoli).
Ma non intende mollare, Di Francesco, nonostante non è un mistero che dentro Trigoria qualcuno pensi che Eusebio abbia perso il polso della situazione nello spogliatoio. Non intende arrendersi, il mister abruzzese, convinto di uscire da questa situazione, non vuole fare vittimismo e non vuole che lo facciano i giocatori, per i quali non è previsto alcun ritiro punitivo o allenamento extra: due i giorni di riposo concessi, la ripresa dei lavori è prevista per domani pomeriggio. D’altra parte sono tanti i calciatori che in questa sosta saranno impegnati con le varie nazionali: in attesa dei convocati italiani, Di Francesco non avrà Nzonzi ( ieri era in Francia), Kluivert, Under, Schick, Kolarov, Olsen, Dzeko, Manolas, Luca Pellegrini e Zaniolo (Under 20), Bianda ( Under 19). Praticamente Trigoria si svuoterà, con il tecnico che potrà solamente concentrarsi su chi resterà. Vedi Pastore, in particolare, elemento tattico della discordia, la cui posizione in campo sta creando degli squilibri. Le cessioni di Nainggolan e Strootman in mezzo al campo hanno lasciato delle ferite che il tecnico ha cominciato a curare, pensando fossero meno profonde. E la sosta consentirà di riflettere prima di immergersi in un tour de force tremendo, che tra campionato e Champions vedrà la Roma giocare 7 gare in 21 giorni.