Riecco la Champions, la coppa delle notti più belle vissute all’Olimpico nell’ultimo anno. La Roma, ospitando i campioni della Repubblica Ceca, comincia il suo percorso casalingo in Europa che, nella stagione passata, risultò decisivo per arrivare fino alla semifinale. Davanti al proprio pubblico il raccolto fu esaltante: dopo il pareggio contro l’Atletico Madrid, i 5 successi consecutivi contro il Chelsea, il Qarabag, lo Shakhtar Donetsk, il Barcellona e il Liverpool. E proprio da lì, dal 2 maggio, i giallorossi vogliono ripartire stasera contro il Viktoria Plzen, allungando la striscia positiva dopo i successi contro il Frosinone e la Lazio. Come se quell’avventura non fosse mai finita.
NUOVO ESAME Il debutto in questa edizione è stato però deludente. La Roma, è crollata a Madrid, lo scorso 19 settembre, contro il Real che lo scorso 26 maggio ha sollevato ancora questo trofeo (il 13° e soprattutto il 3° consecutivo), alzando bandiera blanca prima ancora di scendere in campo. E’ vero che il ko al Bernabeu fa spesso parte del tour di chi si mette in viaggio in Europa. Non perdendo così, però. Senza giocare e senza lottare. Di Francesco prese atto di quanto grave fosse il malessere all’interno dello spogliatoio, con i giocatori frenati più psicologicamente che fisicamente. Ancora non è chiaro il perché di quel black out che, prolungatosi fino alla domenica successiva a Bologna, ha rischiato di compromettere la stagione dopo appena 6 partite. Adesso, con i 2 successi di fila in campionato, lo stato di crisi sembra scongiurato. L’allenatore ha difeso la sua panchina dal disgusto di Pallotta, il gruppo si è improvvisamente risvegliato. Il tecnico ha avuto il merito di andare incontro ai calciatori, straniti e confusi per i continui ribaltoni tecnico-tattici (interpreti e sistema di gioco). Così ha scelto il 4-2-3-1 per coinvolgere i senatori al completo e sistemare gli interpreti nei ruoli a loro più congeniali. Adesso, però, si aspetta la conferma dei progressi visti nel derby. Anche perché il successo contro il Viktoria Plzen, 3° match consecutivo all’Olimpico, è fondamentale per piazzarsi alle spalle del Real nel gruppo G e sistemare la classifica anche in Champions.
CENTROCAMPO DIMEZZATO Di Francesco, con Pastore e De Rossi infortunati (fuori con Perotti dalla lista dei 21 convocati), è costretto a cambiare ancora formazione: 9 diverse in 9 partite. Ma non l’assetto, insistendo sul 4-2-3-1 con Pellegrini trequartista e schierando Cristante accanto a Nzonzi, formula obbligata per il reparto centrale (il passaggio al 4-3-3 è comunque semplice), avendo solo loro 3 a disposizione, con Zaniolo unica alternativa. In attacco, Dzeko affiancato da Under e Kluivert (esordio in Champions), con Florenzi riportato nel ruolo di terzino al posto di Santon. Kolarov dovrebbe farcela e Jusus entrare per Manolas. Karsdorp è in gruppo, ma la presenza di Raiola ieri a Trigoria lo spinge in uscita a gennaio. Il Viktoria Plzen, rientrato dopo 5 stagioni nella fase a gironi, si presenta con il 4-2-3-1. Da venerdì, dopo il successo contro lo Sparta Praga, è di nuovo in testa alla classifica: raggiunto lo Slavia Praga. Il ritorno del tecnico Vrba è coinciso con l’8° titolo. L’inizio della stagione, 6 vittorie consecutive, è stato migliore di quello della Roma. Che, 2 anni fa, affrontò il Viktoria nel gruppo E di Europa League: pari (1-1) a Plzen e poker (4-1) all’Olimpico, con tripletta di Dzeko. A parte l’allenatore, la rosa è quasi la stessa. Compreso Krmencik, il centravanti che preoccupa Di Francesco: partner di Schick in nazionale, ha realizzato una doppietta contro il Cska Mosca che poi però riuscì a pareggiare (2-2). E da quel risultato può ripartire la favola dei giallorossi in Champions. Davanti a 40 mila spettatori. Perché è solo l’inizio.