Con un’altra testa, e pure bella alta dopo il derby vinto, la Roma può per mettersi di cambiare aspetto per la Champions. Il modulo che l’ha rigenerata, il 4-2-3-1, è stato importante soprattutto perché ha fatto scattare una molla mentale nei giocatori che ora sono pronti a tornare al 4-3-3, con cui hanno giocato anche contro la Lazio dall’ingresso in campo di Cristante in poi, chiudendo col 5-3-2 negli ultimi minuti. Senza De Rossi e Pastore, entrambi recuperabili dopo la sosta (gli esami strumentali hanno confermato l’infiammazione del capitano e la lesione al polpaccio dell’argentino), Di Francesco è obbligato a rimodellare la squadra. Nzonzi farà il perno centrale, mentre l’ex Atalanta e Pellegrini saranno più liberi di alternarsi sulla trequarti in fase di possesso palla, offrendo spunti ed inserimenti offensivi. Ma il tecnico non si limiterà a rimpiazzare gli infortunati e darà una chance europea a Kluivert, in tribuna a Madrid e oggi favorito su El Shaarawy per giocare sulla corsia sinistra di un attacco inedito, dove ritroverà posto pure Under. L’ala olandese proverà ad approfittare dell’assenza di Perotti e della stanchezza del Faraone, reduce da 2 partite consecutive, per riscattarsi nella competizione in cui papà Patrick si distinse con le maglie di Barcellona, Ajax e PSV.
Lui, a 19 anni, si prepara all’esordio ai gironi di Champions, dopo aver disputato i preliminari dell’edizione scorsa in casa del Nizza. Una grande occasione per il figlio d’arte che aveva fatto subito una buona impressione a Torino. L’altro piccoletto del tridente è il turco che a sorpresa aveva visto il derby dalla panchina dopo essere stato il migliore col Frosinone, e col suo rientro dal 1′ Florenzi può riprendersi il ruolo che preferisce: «Adesso è il terzino, ma in generale la mia posizione è in campo». L’esplosione di Santon ha fatto spostare il vicecapitano giallorosso, ma l’ex Inter non ha nelle gambe 3 partite di fila in 7 giorni e stavolta potrebbe essere il cambio di Kolarov a sinistra, perché il serbo col dito del piede fratturato non vuole mollare, ma non è detto che riesca a finire la partita stasera.
Per Coric potrebbe esserci un posto in panchina, mentre Karsdorp rischia di restare ancora fuori, esclusivamente per una questione numerica. I musi lunghi sono stati cancellati dal derby della svolta, Florenzi ci tiene a sottolineare che con Dzeko «non c’è stata alcuna lite e siamo grandi amici», il nervosismo del bomber resta strettamente legato all’astinenza dal gol, l’ultimo 44 giorni fa a Torino. Il Viktoria Plzen gli porta fortuna sotto porta, nell’unico precedente tra le due squadre in Europa League (4-1 per i giallorossi) il bosniaco segnò una tripletta e si portò a casa il pallone. Il tecnico avversario, Vrba, lo conosce bene: «Quando ha giocato in Repubblica Ceca (col Teplice e l’Ustì nad Labem tra il 2005 e il 2007, ndc) ci è dispiaciuto che non abbia preso la cittadinanza». L’attaccante, che parla fluentemente il ceco, ha fatto male al Plzen pure ai tempi del City, segnando nelle due vittorie del Manchester nella Champions 2013-14.