Le lancette del campionato della Roma, domenica sera al San Paolo si spostano indietro di 29 giorni, cioè quasi di un mese, fino a sabato 29 settembre (7° turno): è il pomeriggio del derby e della vittoria contro la Lazio. Di Francesco è pronto a ripartire da quella partita e dall’unico successo, tra i 4 conquistati nelle 9 partite giocate in A, contro una big. Non sarà, però, la stessa formazione che, dunque, diventerà la tredicesima diversa su 13 gare (contando le 3 di Champions), perché inizialmente, davanti a Inzaghi, si presentò con Pastore trequartista. Che poi si fece male nel 1° tempo e lasciò il testimone a Lorenzo Pellegrini, da quel giorno titolare e subito decisivo (sbloccò il risultato, conquistò la punizione del 2-1 di Kolarov e certificò la sua performance con la pennellata su punizione per il 3-1 di Fazio). Ora Pastore è di nuovo out: quindi avanti così.
GRUPPO STORICO – Eusebio, insomma, è intenzionato ad andare sul sicuro. In campo i più esperti e i più affidabili. E, per dar continuità al percorso iniziato l’anno scorso, dentro al massimo 3 nuovi, come contro il Cska Mosca. Sarebbero gli stessi di martedì sera: Olsen in porta e i 2 giocatori di movimento Santon e Nzonzi. A prescindere dal sistema di gioco che, da un mese abbondante (e 6 partite, comprese le 2 di coppa), è il 4-2-3-1, il tecnico sta cercando di dare una fisionomia alla squadra, puntando sui giocatori già vaccinati. Basta pensare che proprio nel derby, nell’undici di partenza, l’età media è stata la più alta in questa stagione: 29,27. Con l’ingresso di Lorenzo Pellegrini è ovviamente scesa, anche se di poco: 28,63. Tant’è vero che appare evidente la differenza con l’età media della Roma nella partita persa sabato scorso contro la Spal: 26,18.
SCELTA COMPLICATA – Il turnover non sarà certo accantonato, ma nelle sfide più delicate, largo ai senatori e a quelli che conoscono meglio la serie A. L’esempio è Santon. Se davvero Di Francesco, non solo per l’emergenza di questo periodo ma per trovare la continuità nelle prestazioni e nei risultati, dovesse riproporre contro Ancelotti la formula usata contro Simone Inzaghi, con il doppio terzino sulla fascia destra e quindi con Santon basso e Florenzi alto, il sacrificato sarebbe Under che volendo può essere comunque spostato anche a sinistra per l’esclusione di El Shaarawy. Il 3 marzo scorso, nella gara di ritorno proprio al San Paolo, Cengiz rispose dopo pochi secondi al gol del momentaneo vantaggio di Insigne e iniziò la raffica giallorossa contro il Napoli di Sarri (2-4).
RINNOVO IN VISTA – Under, alla sua seconda stagione a Trigoria, è ormai diventato fondamentale nel tridente della Roma, essendo l’unico esterno mancino della rosa in grado di partire con efficacia a destra. La società giallorossa si prepara a rinnovargli il contratto (scadenza nel 2022) anche perché è il titolare con lo stipendio più basso (tra 900 mila euro e 1 milione). E, per cautelarsi, vorrebbe inserire una clausola (60 milioni), visto che diversi club stranieri lo stanno cercando: al Bayern Monaco e all’Arsenal si sono uniti pure il City e il Barcellona. Under, insomma, va di moda. Lo confermano i boomaker che, nelle quote per il Pallone d’oro (da vincere entro il 2023), lo mettono accanto a Kane e Coutinho. Si gioca a 50. Oggi, intanto, è in programma l’assemblea dei soci: le deleghe dell’ex ad Gandini passeranno al dg Baldissoni. Ufficializzati dall’Uefa gli introiti della scorsa Champions: nel forziere di Trigoria entrano 83,802 milioni (100 abbondanti con gli incassi). Solo il Real ne ha incassati di più: 88,654.