Si racconta, Gervinho, attaccante attualmente in forza al Parma con un passato in Serie A nella Roma, in una lunga intervista al quotidiano sportivo e torna anche sulla sua esperienza in giallorosso, con parole d’amore per Roma e i suoi tifosi. Queste le sue parole:
Andare via da Roma non è stato semplice. «Per nulla. E’ una delle più belle città al mondo. Magica (testuale, ndi). Anche se io ho visto una sola volta il Colosseo, mi blindavo in casa con gli amici. E sfuggivo».
A cosa? «All’affetto dei tifosi. Sono abbastanza riservato, mi faceva piacere, ma per me contano campo, lavoro e famiglia. Roma ti stritola d’affetto, di passione, se stai in centro per shopping o per prendere un aperitivo è una processione. E quelle cose mi sono rimaste in testa, indimenticabili. Però…».
L’affetto dei tifosi è importante. «Quello dei romanisti di più. Il loro non era semplicemente affetto, piuttosto amore nei miei riguardi. Amore vero, non dimenticherò. Mi sono tenuto in contatto con Nainggolan e ho nostalgia del ristorante La locanda: carbonara da favola».
Chi è stato Garcia per Gervinho? «Un padre. Rapporto stupendo. Parlava, parlava, parlava, una macchina. Non soltanto in campo, ma soprattutto fuori. Mi teneva lì, mi spiegava cosa dovevo fare e cosa dovevo evitare. Mi aveva voluto con forza, non potrò dimenticare. Sono cresciuto come uomo, Garcia è stato indispensabile per la mia crescita. Non esisterà un altro allenatore legato a me come lui».
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