La sosta per gli impegni delle nazionali, spesso scomoda e indigesta per i tecnici della serie A, diventa improvvisamente il trampolino di lancio per i protagonisti del nostro campionato. Perché, guardando le prestazioni individuali in giro per il pianeta, è la dote che questa pausa di novembre porterà in campo già nel prossimo weekend. Ad essere coerenti fino in fondo, non sarà così per tutti gli allenatori. Ai larghi e convincenti sorrisi dei singoli per i loro exploit lontano dai rispettivi club si sommano pure i fastidiosi e angoscianti infortuni di altri. E magari anche le anonime e per niente rassicuranti performance di big o giovani. Ma, al momento di tirare le somme, il bilancio è estremamente positivo. Stranieri e italiani hanno del resto spopolato, limitando al minino i flop personali.
VAI COL TANGO – L’Argentina fa addirittura l’enplein nell’amichevole con il Messico: sono i primi gol di Icardi (8 presenze) e Dybala (18) che sfrutta l’assist del viola Simeone. Le grandi del nostro calcio sono state accontentate: l’Inter dal suo centravanti, la Juve dalla sua Joya. Spalletti e Allegri all’incasso, ma anche Ancelotti va a dama: Allan fa il titolare a tempo pieno e il Brasile vince contro il Camerum, Milik segna il gol del pari contro il Portogallo e spinge la Polonia tra le 10 teste di serie per le qualificazioni a Euro 2020 (e la Germania in seconda fascia). Il Napoli, contando anche Hysaj in campo con l’Albania nel successo contro il Galles, c’è e si vede. Entusiasta Di Francesco. Schick, dopo aver interrotto la striscia negativa nella Roma con la rete alla Sampdoria, fa ancora centro con la maglia della Repubblica Ceca: pallonetto d’oro per la vittoria contro la Slovacchia e 3° gol in 4 match di Nations League. In volo c’è anche Olsen che, imbattuto sia contro la Turchia che contro la Russia, lancia la Svezia nella Lega A del torneo: portiere da record (3° clean sheet consecutivo e 12° nei 16 match giocati negli ultimi 14 mesi). E Under, pur senza segnare, non si perde nemmeno un secondo con la Turchia nelle gare contro la Svezia e l’Ucraina.
BOLLINO AZZURRO – L’Italia gioca e diverte: i colleghi devono ringraziare Mancini. Hanno più scelta proprio per le intuizioni del ct che non fa differenza tra giocatori esperti e da svezzare. La Nazionale rende più competitivo il campionato. Fanno il pieno le grandi: la Juve con Bonucci, Chiellini e anche con il panchinaro De Sciglio e il millennial Kean, il Napoli con Insigne, l’Inter con Politano e Gagliardini, la Lazio con Acerbi (titolare dopo 2 anni e 8 mesi), il Milan con Donnarumma e la Roma con Florenzi. Ok pure le altre: il Cagliari con Barella, il Torino con Sirigu, il Sassuolo con Sensi e Berardi.
CURVA PERICOLOSA – Ma c’è chi, da sabato, cerca il riscatto in serie A: Immobile (è a digiuno in azzurro da più di 14 mesi), Dzeko (non fa centro nemmeno nelle 2 partite con la Bosnia), Chiesa (non inquadra la porta né in Nazionale né con la Fiorentina) e Lasagna (spreca la grande chance da centravanti con l’Italia). E chi, invece, rimane a guardare perché indisponibile: l’Inter resta senza Vrsaljko, il Milan perde Romagnoli e la Roma preserva Manolas. Da verificare altri: Gattuso valuterà Calhanoglu, Di Francesco proverà Kolarov e Pellegrini. Pericolo, a quanto pare, scampato, per Allegri: Pjanic sta meglio.