La prima impressione è chiarissima: la pazienza del mondo giallorosso sembra veramente finita. Il pareggio raggiunto dal Cagliari in 9 contro 11 ha cancellato qualsiasi freno inibitorio e la rabbia ha assunto dei connotati enormi.
DI FRANCESCO A RISCHIO — Ma se il tifoso ha eccessi a caldo, la rabbia del presidente Pallotta – dagli Usa – si percepisce forte e chiara. Il numero uno non ne può più di queste brutte figure, di finali da barzelletta, e così la panchina di Eusebio Di Francesco torna ad essere a forte rischio già da oggi. D’altronde, sono proprio l’allenatore della Roma (per cambi) e il d.s. Monchi (per il mercato) i primi nel mirino della tifoseria, che peraltro ripetono un mantra che ha per il momento due parole chiave: “Vergogna” e “Dimissioni”. A fine partita Olsen, uscito a testa bassa, ha mormorato: “Non so com’è possibile una rimonta così. Eravamo avanti di due a zero, avremmo dovuto chiudere la partita”. Il portiere prova a difendere le scelte del tecnico: “I cambi non c’entrano niente, eravamo 2-0. Al di là di chi entra è una partita che dobbiamo vincere. Siamo una squadra e quello che conta è giocare da squadra”. A differenza di altre volte, neppure l’analisi compiuta da Di Francesco ha placato la furia del popolo giallorosso. “Non voglio parlare di tattica – aveva detto -. Ci sono giocatori con esperienza, non puoi prendere gol in questo modo. Va al di là del discorso tattico, devi saper leggere l’ultima azione per difendere un risultato importante. I discorsi lasciano poi il tempo che trovano, non può una squadra del genere con determinati uomini in campo prendere un gol del genere a 30 secondi dalla fine, perché va a compromettere la possibilità di ritornare dove meritiamo di essere invece siamo caduti nei soliti errori. Alle prime difficoltà questi problemi riappaiono. Le rianalizzeremo, ma penso siano anche caratteristiche caratteriali all’interno del gruppo che vadano migliorate”.
PALLOTTA ARRABBIATO — Radio e web giallorossi, però, non hanno accolto la difesa e quindi le critiche e gli insulti sono stati a senso unico. Ma ciò che conta è l’attualità, con Di Francesco in bilico. Se Pallotta prendesse la decisione di esonerarlo – nonostante l’appoggio sincero che il d.s. Monchi ha sempre avuto per il suo allenatore – i nomi che si fanno per il cambio in panchina al momento paiono due: Paulo Sousa e Vicenzo Montella, con Roberto Donadoni più defilato. Il sogno della gente però è uno solo, Antonio Conte, anche se al momento sembra una pista difficilmente praticabile. I colloqui tra dirigenti e presidente, comunque, sono continui. Si attendono sviluppi, nonostante fra tre giorni la squadra sia di nuovo in campo a Plzen per la partita di Champions. Non conta nulla per la classifica, ma adesso qualsiasi passo falso potrebbe essere rischioso.