La Roma è guarita?
“La Roma ha finito il 2018 con il piglio giusto. Sappiamo che possiamo e dobbiamo fare meglio. Nel 2019 serve più continuità e più risultati positivi.”.
Qal è il segreto per ritrovare la continuità? “Dobbiamo ritrovarci noi come gruppo. Anche se il gruppo è sempre stata la nostra base da dove siamo ripartiti, il gruppo ti può salvare in qualsiasi circostanza. Fare vittorie tutti insieme deve essere il nostro obiettivo. Da soli le partite non si vincono”.
C’è tra questi obietivio un trofeo? Partiamo dalla Coppa Italia che è la prima partita del 2019? “Potrebbe essere un obiettivo importante per la Roma, ma non dobbiamo levare i sogni dalla nostra testa. Anche se sappiamo che è una cosa impossibile abbiamo anche un altro obiettivo, che è quello della Champions. Ripercorrere quanto fatto l’anno scorso non dico che è un’utopia ma sarebbe un sogno, ovviamente non sarà facile migliorarsi.”.
Poca cattiveria nella squadra? “Non penso, basti vedere alcuni allenamenti nostri. Alle volte siamo mancati sotto alcuni profili, non siamo stati magari concreti tirando tante volte in porta. Parlo di tutta la squadra, me incluso. Non parlo solo degli attaccanti. In questo siamo un po’ mancati, come siamo mancati nella voglia di non prendere gol, e qui non parlo solo dei quattro difensori, ma di tutta la squadra. Cosa che l’anno scorso c’era un pochino di più e dobbiamo ritrovarla”.
Chi ti ha sorpreso di più tra i tuoi compagni? “Sicuramente Nicolò (Zaniolo, ndr) sta facendo molto bene, è entrato molto bene nella nostra filosofia. Adesso è sulle ali dell’entusiasmo, ma deve stare molto tranquillo. Gliel’ho detto, deve stare con i piedi per terra anche se credo che abbia una famiglia che possa aiutarlo. Non scordiamoci che Lorenzo Pellegrini è un ’96 – anche se io lo conoscevo già -, saranno due pilastri della Roma”.
La lunga assenza di De Rossi… che capitano vorresti essere? “Mi piacerebbe essere un capitano che si avvicini a Daniele. So che non è una cosa facile, so che davanti a me ho una strada difficile per arrivare a quello che è Daniele e che è stato Francesco per 20 anni. Quello in cui penso posso rivedermi di più è Daniele, ma per essere come lui e Francesco ci vogliono anni e anni e ancora devo migliorare per arrivarci”.
Sei stato contestato: come vivi il rapporto col gradimento… Ti stimola? Ti ferisce? “Lo sento… Lo sento… Lo faccio ovviamente passare perché so che posso fare di più in campo, finché quello rimanga in campo ed è giusto che i tifosi facciano la loro parte. La cosa che posso affermare, e che è una cosa che ci accomuna, è la maglia della Roma, il bene della Roma. Non lo dico perché voglio far arrivare qualcosa di diverso da quello che non sono: sono rientrato dopo 11 mesi di assenza e dico la verità, alcune volte dovevo non giocare. L’amore per questa maglia mi ha fatto fare cose che non dovevo fare, mi ha fatto prendere antinfiammatori che era meglio non prendere per giocare una determinata partita, non necessariamente Roma-Juve o Roma-Real Madrid. In quel momento arriva qualcosa dentro di me che è questo amore, per cui ho firmato un contratto importante, spero che con le prestazioni future possa tornare tutto”.
Insulti, razzismo: c’è questa emergenza? “È un’emergenza sì. Nel senso, la mia famiglia viene allo stadio, non vorrei mai che mia figlia sentisse degli ululati, non sono cose che insegno. Detto questo, dei tifosi, non facciamo di tutta un’erba un fascio, non facciamone un macro-problema del calcio. Quello che posso volere io è portare più famiglie allo stadio e rendere lo sport quello che è, una delle cose più belle della vita”.
Pensi sarebbe giusto interrompere come chiede Ancelotti? “Non lo so, ci sono posizioni discordanti, chi si vuole fermare diventa il salvatore e chi pensa che sia sbagliato magari diventa un bersaglio, questo non so se può aiutare o no”.
Cosa devi a mister Di Francesco? “Al mister devo sicuramente la fiducia. Sono rientrato l’anno scorso dopo 11 mesi e ho fatto più di 40 partite. Sinceramente non me l’aspettavo, mi ha dato fiducia e ho cercato di ripagarlo col massimo”.
Vi sentite tutti più al sicuro adesso, mister compreso? “Siamo noi che dobbiamo finire di scacciare queste nubi rimaste, la prossima partita sarà importante. Già la Coppa Italia ci ha dato un dispiacere contro una squadra di minore categoria qualche anno fa. Non sottovalutare per noi la Coppa Italia è un obiettivo”.
Per il quarto posto sarà derby con Lazio e lotta col Milan? “Non dobbiamo precluderci quello che la matematica non ci può dare. Noi dobbiamo iniziare a vincere, cercare di riprendere l’obiettivo di quest’anno, entrare in Champions. Il nostro obiettivo è quello da quarta o da terza”.
L’alchimia della scorsa Champions pensi si possa ricreare? “Penso sia rimasta in noi giocatori, in tanti tifosi, nella città e anche nella storia, perché nella sua storia la Roma è andata solo due volte in semifinale, resta una pagina importante. Non dico che ci cambiamo quando sentiamo la musichetta, ma hai uno stimolo in più che ti fa dare quell’uno o due per cento in più”.
Che Nazionale vedi? “Siamo partiti col piede giusto, siamo un buon gruppo, tanti giovani, alcuni molto esperti, alcuni una via di mezzo e io mi ritengo tale. Abbiamo riportato entusiasmo che mancava e a marzo ci sono subito due partite in cui vogliamo fare sei punti”.
Pensi che Kolarov abbia ragione sui tifosi che non capiscono di calcio? “Non lo so, ci sono tante variabili, tante persone. C’è un mio amico che è un tifoso e penso sia un intenditore di calcio, c’è il mio miglior amico che è uno dei più passionali ma di calcio capisce poco. C’è spazio per tutti.”
Ti aspetti che il mercato rafforzi questa Roma? “Stiamo riprendendo pedine importanti che ci sono mancate in questo autunno, siamo rimasti un po’ corti, poi c’è la società e fa il suo lavoro”.
Ieri sarebbe stato il compleanno di Astori… “Ci ho pensato… Penso che questa domanda possa finire qui, veramente, grazie”.
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