«Mi risulta che siamo abbastanza vicini a trovare la soluzione». Per Giovanni Malagò, le barriere che dividono le curve dello stadio Olimpico di Roma potrebbero avere vita breve. Il presidente del Coni, parlando a margine della presentazione dei test match dell’Italrugby, ha precisato che «è parecchie settimane che se ne parla, mi auguro si trovi a breve la soluzione». Da mesi vanno avanti gli incontri, molto frequenti, sui divisori voluti dal Questore Niccolo D’Angelo e dall’allora prefetto Franco Gabrielli per controllare in modo più efficace il tifo organizzato. Negli ultimi giorni le società interessate, Roma e Lazio, avrebbero finalmente ricevuto segnali d’apertura sulla possibilità di eliminare una delle misure applicate nella Capitale – e solo nella Capitale – che hanno contribuito in maniera decisiva a «svuotare» l’Olimpico nelle ultime due stagioni.
Le autorità di pubblica sicurezza hanno sempre sostenuto che il mantenimento delle barriere sarebbe stato legato al comportamento dei tifosi. «Non sono io a poterlo e doverlo dire, ma è un dato di fatto che, al di là dei pochi spettatori presenti allo stadio, non solo non c’è stato un incidente ma neppure un mezzo problema, sia dentro che fuori all’impianto», ha spiegato Malagò. «Non c’è nessuna vessazione nei confronti dei tifosi laziali o romanisti che siano – assicura la presidente dell’ Osservatorio sulle manifestazioni sportive, Daniela Stradiotto – a Roma si sta facendo un percorso insieme con le società per la legalità all’Olimpico. In curva Sud c’erano oltre 11mila persone compatte e tutto si faceva tranne incitare la propria squadra: spaccio, droga e attività illecite. L’autorità di pubblica sicurezza ha dovuto prendere dei provvedimenti, ma dove c’è la prova dell’acquisito percorso di maturità sotto l’aspetto della legalità, le barriere verranno abbassate». Ancora nulla trapela sui modi e sui tempi del «crollo» dei divisori, ma i segnali sono positivi. Sempre più inquietanti sono invece le conclusioni del report annuale «Calciatori sotto tiro», presentato ieri. L’Aic ha censito 117 tra aggressioni, minacce e intimidazioni nei confronti di giocatori di calcio contro gli 83 della scorsa stagione. Proprio il Lazio con il 17% dei casi registrati balza dal terzo al primo posto tra le regioni più a rischio.