«Grandi ragazzi! Grazie di cuore», ha twittato Alessandro Florenzi dopo aver visto in tv, direttamente da Villa Stuart, i giovani compagni della Primavera esultare sotto la Tribuna Tevere con la sua maglia numero 24, dopo il 4-0 all’Inter in Supercoppa. Che lui non vinse, perché dopo lo scudetto del 2011 andò a Crotone, e i suoi compagni neppure, perché persero con la Fiorentina, all’Olimpico. La generazione dei ‘98 ce l’ha fatta, sommandola a 2 scudetti su 3, Allievi e Primavera, quello Giovanissimi lo persero in finale ai rigori, proprio contro i nerazzurri.
7 SCUDETTI IN 3 «Comunque fratelli in questa foto facciamo 7 scudetti e 6 Supercoppe… non male come palmares», ha scritto su Instagram, sotto a un selfie con Spinozzi e Marchizza, Luca Pellegrini, uno dei due ‘99 in campo tra i giallorossi. Il numero 7 Frattesi, nato a settembre, è più giovane di qualche mese ed è stato il primo nominato dal tecnico dell’Inter, Vecchi, quando gli è stato chiesto chi gli piacesse degli avversari ma ha fatto i Giovanissimi con la Lazio, che poi, a sorpresa, gli ha concesso lo svincolo, permettendogli di firmare a costo zero per la Roma, mentre Pellegrini (7 marzo 1999) era già giallorosso: non una differenza da poco, perché quell’anno i Giovanissimi della Roma vinsero il campionato. E così, il terzino sinistro che De Rossi ha preferito al croato Anocic di due anni più vecchio salendo sotto età con i ‘98 è arrivato a tre scudetti, e due Supercoppe (c’era anche quella Allievi, meno complicata e prestigiosa, vinta battendo il Novara).
SPALLETTI «Complimenti ai campioni della Primavera e al mio amico e collega Alberto De Rossi per la vittoria della Supercoppa contro un grande avversario come l’Inter – ha dichiarato Spalletti in conferenza stampa - La Primavera ha dato ancora una volta risalto e visibilità al nostro club. I ragazzi di De Rossi sono il nostro esempio, siamo noi a guardare a loro anziché il contrario». Però, poi, nella lista dei convocati per Empoli non è entrato neppure uno dei protagonisti del trionfo con l’Inter, con tutto che si ferma a 19 nomi: resteranno 4 posti vuoti in panchina, perché non premiare qualcuno dei pluricampioni? Avrebbe fatto piacere anche ad Alberto De Rossi, che anche l’altra sera ha ripetuto il mantra che ha contraddistinto tutta la sua carriera: mandare un ragazzo in prima squadra conta più di qualsiasi trofeo.