“Questo affetto, a parte il dolore, è una gioia: è come se Antonio fosse sempre presente”. Ha la voce rotta dall’emozione Anna De Falchi, sorella più grande di Antonio, ucciso il 4 giugno 1989 fuori dai cancelli di San Siro prima di un Milan-Roma.
Domani, proprio in occasione della gara tra giallorossi e rossoneri, De Falchi verra’ ricordato dalla Curva Sud. Non aveva ancora diciannove anni, Antonio: di fronte allo stadio Meazza, insieme ad altri tre amici, venne avvicinato da un ragazzo che, intuito fosse romano dopo avergli fatto un paio di domande, con un cenno chiamò una trentina di persone nascoste dietro una struttura di cemento, presente per i lavori in vista di Italia ’90. Furono pochi secondi: Antonio venne raggiunto, preso a calci e pugni da diverse persone. Riuscì a rialzarsi ma, purtroppo, spirò poi presto. L’autopsia parlerà solo di arresto cardiaco: dei quattro imputati, tre se la caveranno per insufficienza di prove e uno, Luca Bonalda, prendera’ 7 anni per omicidio preterintenzionale, in libertà’ vigilata. Proprio Bonalda torno’ agli “onori” delle cronache un paio d’anni fa, per aver sparato a un collega a un ginocchio per un debito di droga.
“Se penso alla Giustizia – prosegue Anna De Falchi – provo rancore e rabbia: Antonio non ne ha avuta. Alla fine non ha pagato nessuno: solo lui e noi”. Non puo’ ridare De Falchi ai propri cari, ma l’affetto dei tifosi romanisti verso questo ragazzo non si e’ mai spento: ricordato nei cori, nelle scenografie, nei tornei di calcetto, la sua effige campeggia su una grande bandiera sventolata in curva.
Domani sera c’e’ Roma-Milan, trent’anni dopo quel 4 giugno, e la Sud ha deciso di omaggiarlo: “In occasione di Roma-Milan – e’ scritto su un volantino diffuso – i ragazzi della Sud ricorderanno Antonio De Falchi nel trentesimo anniversario della sua scomparsa. Vi invitiamo a portare la sciarpa che tesa durante l’inno andra’ ad abbracciare idealmente Antonio”. Domani, allo stadio, ci sarà anche Anna con due suoi nipoti: “Sono stata invitata – conclude – dai ragazzi della curva. Spero sia una serata particolare, senza razzismo e violenza: il calcio deve essere gioia e divertimento. Io ancora oggi parlo con Antonio: per me e’ qui. E va in Curva”