Quattro giorni per raddrizzare la stagione, provando a dribblare i continui problemi fisici che condizionano dalle prime partite le scelte di Di Francesco. Stasera il Chievo, a Verona. Martedì il Porto, all’Olimpico. E, in mezzo, due formazioni che non deludano nuovamente i tifosi, ancora inferociti per il 7-1 di Firenze. Olsen e Manolas sono gli ultimi due stop muscolari che si aggiungono ai 27 già infilati fino a questo momento dalla Roma: un numero alto, per certi versi impressionante, con il quale il tecnico e lo staff stanno facendo i conti, interrogandosi sui perché e sul modo di intervenire. “Olsen ha un problema al polpaccio che si è riacutizzato, giocherà Mirante in porta – spiega Eusebio – mentre Manolas ha un problema al pube. Resteranno a casa. Per il resto, da valutare solo De Rossi, non ancora nelle condizioni ottimali, ma sono felice per come sta. Per fortuna abbiamo invece recuperato Juan Jesus, ha accorciato i tempi di recupero, viene con noi, ma al massimo andrà in panchina. Giocherà Marcano accanto a Fazio”.
Dovrebbe essere risparmiato per la Champions, De Rossi, mentre è squalificato Pellegrini: in mezzo al campo tornano Nzonzi e Cristante, con Zaniolo confermato trequartista e la possibilità che Schick e Dzeko vengano messi nuovamente insieme. “Sono soddisfatto della crescita di Schick, ha messo la grinta e la verve che deve essere tipica di ogni calciatore, al di là del ruolo in cui gioca. Possono essere riproposti insieme non solo a Verona, ma anche in futuro”.
Pochi i tifosi che seguiranno la squadra in Veneto. I Boys – uno dei gruppi storici della curva – ha fatto sapere in un comunicato di disertare la trasferta per protesta verso i giocatori considerati “Indegni”. Altri andranno, ma la distanza con squadra e società è piuttosto evidente. Simboli di questo clima avvelenato sono Florenzi e Kolarov, due dei più bersagliati in questo momento dalla Curva Sud. “Kolarov è dispiaciuto – spiega Di Francesco – non so cosa sia accaduto realmente, ma il fatto che sia difeso dai compagni è dovuto al suo attaccamento al lavoro e a questa maglia. Ha giocato un mese e mezzo con un piede fratturato, usciva da Trigoria in ciabatte, facendosi più infiltrazioni del dovuto. Poi accadono delle cose sulle quali si può mettere una pietra sopra e chiedere scusa: torniamo a sostenerlo, abbiamo bisogno di lui”.