Bryan Cristante, nell’Atalanta, faceva il trequartista; Lorenzo Pellegrini ha imparato (e gli piace pure tanto) a farlo; per non parlare di Zaniolo, che c’è nato. Tutti e tre oggi hanno imparato (o hanno ripassato) il ruolo di mezz’ala. Forse senza volerlo, o forse sì, Monchi ha costruito il centrocampo della Nazionale d’Italia. La prima partita azzurra che Cristante e Pellegrini hanno giocato da mezz’ala, a Bologna lo scorso settembre, contro la Polonia. Partita di inizio corso Mancini, prestazione da dimenticare di entrambi. E’ passato tempo, ora questi tre ragazzi devono scalare un altro pezzo di montagna per diventare titolari dell’Italia di Mancini. Ora è difficile togliere il posto a Verratti e Barella (Jorginho fa il centrale). Diciamo che Cristante e Pellegrini sono le alternative del cagliaritano e del parigino, mentre Zaniolo, avendo imparato a fare un po’ tutto (solo da centravanti non ha convinto), può essere speso pure nel ruolo di Bernardeschi.
Mentre Zaniolo è a inizio percorso ed è un fenomeno tutto da scoprire in Nazionale, gli altri due hanno già un minimo di esperienza in più. Lorenzo ha nove presenze, mentre Bryan si è fermato a sei. Hanno il vantaggio di giocare nella Roma con lo stesso modulo di Mancini, che in tanto occasioni ha elogiato i romanisti, specialmente Zaniolo, addirittura convocato (senza poi giocare) con zero minuti in serie A sulle spalle, e all’epoca zero anche in Champions.
BENEFICI INTERNI Di Francesco ha trovato la via di mezzo, tornando al suo vecchio modulo: ha due/tre trequartisti a fare le mezze ali. Si è ribaltato tutto rispetto a settembre, quando i trequartisti erano solo trequartisti ed è stato necessario giocare con un modulo che prevedesse un calciatore alle spalle della punta. Pallotta per ora si frega le mani, pensando ai sui gioielli rivitalizzati in meno di un mese. E un giorno magari, e i tifosi della Roma se lo augurano e temono al tempo stesso, venderli al miglior offerente alla luce del principio del «nessuno è incedibile».
THE PRESIDENT «Zaniolo e Pellegrini sono ragazzi intelligenti, maturi ed equilibrati molto di più di quanto si immagini. Credo siano calciatori con la stoffa per diventare i futuri leader della Roma», così, il presidente, intervenuto alla radio statunitense Sirius XM FC all’indomani del 2-1 in Champions League col Porto. «Non sentiamo il bisogno di vendere i nostri giovani talenti. Tre anni fa ci siamo dati un obiettivo: rendere la Roma affascinante per i giovani. La stagione? Non sono molto contento, perché dovremmo essere al secondo o al terzo posto. Abbiamo perso un sacco di punti e spesso nei finali di gara, vedi Atalanta. E’ stato scoraggiante. Kolarov? Se devono prendersela con qualcuno, lo facessero con me, piuttosto che con persone come Kolarov. Per me lui è un professionista vero, ne vorrei avere 22 come lui». Infine, sul Fair Play finanziario. «Quando guardiamo ad alcune sanzioni o alla scarsità di pene inflitte il mio punto di vista è perché mi sto preoccupando del FFP, non è meglio prendere 12 milioni di euro di multa e accettarla?»