Basta metà prestazione per prendersi il match: la Roma, entrando in scena all’Olimpico solo nella ripresa, supera il Bologna (2-1) e si riavvicina al Milan quarto, ora a più 1, restando in corsa per la zona Champions e staccando di 3 punti l’Atalanta e la Lazio. Successo, dunque, sofferto, ma prezioso per la classifica: allungata la striscia positiva in campionato (7 risultati utili: 5 vittorie e 2 pari), cominciata dopo Natale.
FALSA PARTENZA – Di Francesco limita gli interventi e, per otto-undicesimi, ripropone la formazione che ha battuto martedì scorso il Porto. È sempre inedita, la numero 33 in 33 partite, come è nuovo il tridente con Zaniolo, Dzeko e Kluivert. Sono loro, del resto, gli unici 3 giocatori offensivi a dare garanzie. In panchina torna Perotti e trova spazio, recuperato in extremis, El Shaarawy. I 3 che entrano sono Olsen, cioè il portiere titolare, Nzonzi, anche per evitare la full immersion a De Rossi dopo i 3 mesi abbondanti di stop, e appunto Kluivert. Zaniolo, dunque, gioca il suo 3° match di fila da esterno alto. Il 4-1-4-1, però, va presto in tilt: la Roma non ha l’equilibrio delle ultime partite e, nella prima parte, rischia come spesso è accaduto in questa stagione. Mihajlovic risponde al collega con il 4-2-3-1, puntando sul rombo offensivo che ha qualità e potenza: dietro al centravanti Santander, il trequartista è Soriano, con Edera e Sansone rispettivamente sulle corsie di destra e di sinistra. Il più ispirato è Soriano che calcia subito di destro: Olsen alza sopra la traversa. Sempre Soriano, dopo torre di Santander, calcia sul portiere giallorosso di sinistro, sprecando la chance per il possibile vantaggio. Ancora decisivo Olsen prima dell’intervallo: chiusura con le gambe sul sinistro di Edera. E nel recupero Soriano centra la traversa. Fazio sbanda e spesso è fuori posizione. L’Olimpico fischia i giallorossi, bocciati dal pubblico per la prova sciatta e soprattutto fiacca.
SENZA RITMO – Il Bologna usa il pressing per limitare la Roma. La scelta paga nel 1° tempo. Le assenze non incidono sul piano di Mihajlovic: mancano gli infortunati Lyanco, Mattiello, Orsolini, Destro e Gonzalez, più lo squalificato Palacio, ma l’atteggiamento di chi va in campo è comunque propositivo. I giallorossi, lenti nel palleggio, faticano a conquistare campo. Timidi e impacciati, anche se davanti hanno la terzultima squadra della serie A, non riescono a salire, restando bloccati nella loro metà campo. Kluivert va per conto suo, Dzeko, ancora a digiuno all’Olimpico in campionato, non ha l’appoggio di Cristante e Pellegrini che si preoccupano solo della fase difensiva e di collaborare con Nzonzi passeggia. Kolarov frena a sinistra, Florenzi è almeno più intraprendente.
CORREZIONE IN CORSA – Fuori Cristante, dentro El Shaarawy che indirizza il match: Di Francesco cerca di aggiustare l’assetto, mettendosi a specchio con il 4-2-3-1. Pellegrini va ad affiancare Nzonzi, Zaniolo si accentra da trequartista e Kluivert passa a destra, lasciando la fascia sinistra a El Shaarawy. Fazio regala a Edera il contropiede: conclusione scontata e Olsen blocca. El Shaarawy, andando a chiudere il triangolo con Dzeko, cade in area, atterrato da Helander: rigore, trasformato da Kolarov sotto la Sud. Il gol del vantaggio sveglia i giallorossi, anche se Olsen deve subito volare sul tiro di Poli. Skorupski ferma Zaniolo, lanciato da El Shaarawy. Cambia pure Mihajlovic: Svanberg per Edera. Esce Kluivert per De Rossi che lascia la fascia a Florenzi. Pellegrini si alza a destra. Ecco Dzemaili per Poli. Fazio si fa perdonare e firma il raddoppio: destro su spizzata di De Rossi. Olsen è il migliore in campo e si arrende solo prima del recupero sul destro di Sansone (gol confermato dal Var).