C’è una Roma che piace e un’altra che gode certamente di meno appeal. Come spiegato da Ranieri, la qualificazione o meno alla Champions indirizzerà il prossimo mercato. E se tagliare il traguardo tra le prime quattro potrebbe garantire la permanenza di qualche gioiello, ora in bilico, ci sono calciatori che al di là del piazzamento finale, sembrano aver fatto il loro tempo. La situazione è più complicata di quanto possa apparire perché s’incrociano esigenze finanziare, tecniche e anagrafiche che Massara e il prossimo ds non potranno non considerare. Prendiamo ad esempio il caso di Pastore, l’emblema del flop estivo di Monchi. L’argentino, 30 anni a giugno, è stato pagato 24,6 milioni (più 1 di commissioni) e ha un contratto sino al 2023. Percepisce un ingaggio di 4 milioni (7,4 al lordo). Tradotto: a breve il valore residuo a bilancio sarà di 19,5 milioni. Domanda lecita: c’è un club nel mondo disposto a pagare questa somma ed evitare così una minusvalenza alla Roma? Improbabile. L’unica strada percorribile appare il prestito con il rischio di doversi sobbarcare gran parte dello stipendio (soprattutto se la pista River Plate venisse confermata).
DELUDENTE – C’è poi Dzeko, 33 anni, al quale il club ha già comunicato che non rinnoverà il contratto (4,5 milioni, 8,3 al lordo), in scadenza nel 2020. Edin sta vivendo una stagione deludente ma farne a meno vorrebbe dire acquistare un altro centravanti di pari livello perché Schick (5 reti in campionato in due stagioni) non ha dato le risposte che ci si attendeva. Trovare però uno che sappia fare meglio del bosniaco (85 gol in 169 presenze: media 0,50), soprattutto senza Champions, appare complicato. È il turno di Olsen, Nzonzi e Karsdorp. Il centrocampista, classe ’88, è costato 27,9 milioni (più 1,5 di commissioni) e guadagna 3,1 milioni (5,7 al lordo). Se non un flop ha rappresentato una grande delusione. Come il terzino olandese (16 milioni più 3 di bonus) e il portiere (costo 9 milioni più 2,3 di commissioni). Possono avere mercato, magari con la formula del prestito con diritto di riscatto, sperando che nel nuovo club si apprezzino. E non finisce qui: perché già la scorsa estate a Trigoria provarono a trovare una sistemazione a Perotti (ingaggio di 2,7 milioni, 5,2 lordi) e Jesus (2,2 netti, 4,1 lordi) scontrandosi con il parere negativo dei diretti interessati. Discorso a parte merita Marcano: comunque vada, rappresenterà una plusvalenza.
In questo elenco, non figurano i vari Kluivert, Cristante, Coric, Bianda, Fuzato, Santon e Mirante che per costi, età e ruoli potrebbero avere un’altra chance, i rientranti Defrel e Gonalons più i veterani Fazio e Kolarov (spetterà al nuovo tecnico decidere). È chiaro che alla Roma sono consapevoli che cedere gran parte di questi giocatori agevolerebbe poi il mercato in entrata. Il problema è che lo sanno anche gli altri club. Pronti sì a bussare a Trigoria ma per Pellegrini, Zaniolo, El Shaarawy, Manolas e Under.