Un pallone arpionato al volo in mezzo all’area ed un altro calciato a giro da venti metri. Era il 28 ottobre del 2018, esattamente undici mesi fa. Roma-Chievo, poi vinta dai giallorossi per 4-1, e quei due colpi lì sono gli ultimi acuti casalinghi di Edin Dzeko in campionato. Poi basta, niente più, nella altre dieci partite giocate all’Olimpico, davanti ai suoi tifosi.
L’ultima dello scorso campionato (0-0 con la Juventus) e le 9 di questo, considerando che è rimasto in panchina con il Frosinone e che era out (per infortunio) con Inter e Genoa e (per squalifica) con l’Empoli. Tanto che i sette gol stagionali in campionato sono arrivati tutti in trasferta, lontano dalla Capitale. Insomma, un ruolino di marcia desolante per uno abituato a segnare caterve di gol come lui (finora quelli con la Roma sono in tutto 85 in 169 partite ufficiali, appena sopra la media di 0,50 a gara). (…)
Il problema, in realtà, è che meglio di Dzeko hanno fatto anche punte come Ciofani (Frosinone), Stepinski (Chievo) e Lasagna (Udinese), tutti meno quotati del bosniaco e impegnati con squadre ampiamente di minor cabotaggio rispetto alla Roma. Insomma, per Dzeko è arrivato davvero il momento di tornare ad esultare anche all’Olimpico, esattamente come ha fatto in Champions League con Cska Mosca e Viktoria Plzen, a cui ha segnato in tutto cinque reti. (…)