(…) Un anno fa, Roma-Barcellona 3-0, Eusebio Di Francesco, tirando fuori a sorpresa dal cilindro la difesa a tre, era il santo laico di una città, il d.s. Monchi il Lancillotto del mercato e il presidente Pallotta il re taumaturgo della storia giallorossa, capace di riportare il club ad una semifinale di Champions/Coppa Campioni che mancava da 34 anni. Per giunta dopo aver perso l’andata (immeritatamente) per 4-1. Quanto basta perché per una notte anche lo stravagante fosse lecito. (…)
Eppure 365 giorni dopo tutto sembra cambiato. (…) Nonostante le irridenti smentite su interesse dei fondi del Qatar per il club, il presidente sembra aver perso ascendente sul tifo e così manca da Roma da quei giorni, il d.s. Monchi si è dimesso inseguito dagli strali pallottiani, il d.g. Baldissoni è diventato vicepresidente con deleghe legate al nuovo stadio, il Coo Guido Fienga è diventato Ceo con deleghe sportive, Di Francesco è stato esonerato e lo staff medico accomiatato, così come alcuni dei simboli di quel match, cioè Alisson, Strootman e Nainggolan. Non basta, perché per motivi diversi nessuno dei tre cavalieri che fecero l’impresa – Dzeko, De Rossi e Manolas – ha la certezza di restare, anche se siamo convinti che neppure questo farà scolorare il ricordo della partita. (…)
FONTE: La Gazzetta dello Sport