Bologna non si scansa. Ma la Roma non si ferma. I giallorossi rispondono in serata a Juve e Milan, si tengono il secondo posto in solitaria e ora possono godersi una sosta quanto mai utile per recuperare qualche uomo ed energie preziose. Dai tre pali dell’ anno scorso alla prima tripletta in carriera (anche se 1’1-0 è più un autogol di Masina), Salah si prende la personale rivincita contro il Bologna «maledetto» e regala una vittoria d’oro a Spalletti.
Tenuto a riposo in coppa, l’egiziano è per tutta la partita una molla pronta a innescarsi, imprendibile per i difensori avversari e punto di riferimento costante per i compagni. Non segna Dzeko, raggiunto in testa alla classifica marcatori da Icardi, e ci pensa Salah: una coppia del genere (venti gol stagionali in due), finora, non ce l’ha nessuna squadra in serie A. L’attacco resta il migliore del campionato con 29 centri e la porta è inviolata per la seconda gara di fila. Ma la sfida dell’Olimpico resta pericolosamente in bilico per oltre un’ora. Da una parte i meriti di Donadoni, che è venuto a giocarsi la partita con coraggio nonostante le tante assenze, dall’altra la solita mole di occasioni sprecate dagli uomini di Spalletti, bravi come nessuno in Italia a mettersi nelle condizioni di segnare ma ancora troppo poco «cattivi». La differenza con la capolista resta tutta lì, ma quei quattro punti di distanza mantengono vivi i sogni di rincorsa.
E’ una Roma in cui qualcuno sta benissimo (Dzeko, Salah, De Rossi e Szczesny), altri stanno tornando da infortuni o momenti di appannamento (Rüdiger, Peres, Nainggolan, Strootman e Perotti) e altri ancora devono scendere in campo per consentire a Spalletti di arrivare a undici: Fazio all’inizio e Paredes subentrando a Rüdiger. Il modulo è sempre uni brido tra un 3-4-1-2 in fase di possesso, dove Peres sale sulla linea dei centrocampisti e Perotti (strepitosa anche la sua prova) si abbassa, e il 4-2-3-1 canonico.
Come a Vienna, i giallorossi rischiano di subire subito gol. Krejci grazia Szczesny, poi la rete la gonfia l’ex Sadiq ma il pallone era uscito prima. Dzeko suona la sveglia e sfiora il palo, quindi Perotti serve a Salah l’assist del vantaggio, con deviazione goffa e decisiva di Masina. La Roma a quel punto si scioglie. Potrebbe raddoppiare subito con Bruno Peres trattenuto da Krejci senza che l’arbitro se ne accorga, poi Nainggolan ad aprire troppo il piatto su assist del terzino brasiliano. Ma dietro non si sta mai tranquilli e Szczesny deve uscire tempestivamente su Sadiq dopo un retropassaggio da brividi di Strootman. E ancora il portiere interviene in serie per bloccare i tiri centrali ma pericolosi di Dzemaili e Sadiq.
Il copione non cambia a inizio ripresa, la Roma spinge e Bologna risponde, azioni di qua e di la senza sosta. Nel Bologna esce un ex, Sadiq, e ne entra un altro appena recuperato: Destro. Prima Giacomelli con un fischio inspiegabile e poi Da Costa fermano Salah, il Bologna non s’arrende e mette paura alla Roma ogni volta che s’ avvicina all’area. Lo strappo decisivo arriva grazie alla prima giocata vera di Strootman, fin 11 il peggiore in campo, che manda in porta l’egiziano. Il tris lo innesca Dzeko e Momo insacca sulla respinta di Da Costa. I giallorossi stavolta non si fermano e cercando di segnare il quarto evitano di beccare il «solito» gol. Spalletti fa rifiatare anche Peres, lanciando Gerson e chiedendo a Nainggolan di fare il terzino, nel finale c’e spazio per El Shaarawy che entra insieme al terzo ex di giornata, Torosidis, applaudito dai pochi e inumiditi spettatori dell’Olimpico. Un fortino dove la Roma in campionato ne ha vinte sei su sei, come la Juve. Aspettando il ritorno della Sud.