Avrà pure le sue ragioni per protestare il presidente della As Roma, James Pallotta, per le incertezze che stanno accompagnando la vicenda del nuovo stadio. Per cortesia in Comune avrebbero anche potuto ricevere i manager del suo staff che dice di avere inviato da Boston per verificare lo stato delle pratiche.
La prossima volta prima di fare prendere loro un biglietto aereo, sarebbe più saggio fissare un appuntamento con la sindaca Virginia Raggi o con qualcuno dei suoi assessori. Forse per cortesia l’avrebbe pure ottenuto, ma difficilmente in questo momento il presidente della As Roma avrebbe ricevuto le risposte che sembra attendersi.
Pallotta sostiene che l’amministrazione sembra indifferente a un investimento importante che darebbe anche posti di lavoro. Ci sono molti altri imprenditori che se ne lamentano, e di sicuro l’amministrazione Raggi sembra in certi casi avere paura della propria ombra e preferire non decidere nulla. Ma non è il caso dello stadio. Qui un po’ di prudenza è dovuta, visto il film iniziale a cui abbiamo assistito. Perché se il dossier stadio si è complicato è anche per quel che è accaduto nelle fila di chi aveva la responsabilità di gestire quell’appalto.
È però inaccettabile il richiamo alla piazza dei tifosi fatto ieri da Pallotta, perché di tutto c’è bisogno in questo momento in Italia e nello sport italiano meno che di un utilizzo così strumentale e sgradevole del pressing dei propri tifosi. Dovrebbero farglielo presente non solo le autorità chiamate a garantire l’ordine pubblico, ma anche quelle sportive.
FONTE: Il Tempo – F. Bechis