Auspicava una Roma che diventasse internazionale, varcando i confini italiani, e in un certo senso c’è riuscito. La contestazione scatenata dal mancato rinnovo del contratto a De Rossi è arrivata fino a New York, passando per Londra e coinvolgendo Sidney sotto forma di striscioni d’insulto al presidente giallorosso esposti dai tifosi locali. E ieri si sono ritrovati in duemila davanti alla sede amministrativa all’Eur del club, richiamati dal comunicato diffuso dai gruppi della Curva Sud, per protestare, duramente, contro la società.
“Le bandiere non si ammainano. Si difendono e si onorano. Dirigenza di cialtroni senza rispetto”, la lunghissima scritta a spiegare il perché della manifestazione. “L’as Roma appartiene a noi”, e ancora “No al nuovo stadio”, la presa di posizione che più ferisce Pallotta, immerso da sei anni nella battaglia per la costruzione dell’impianto a Tor di Valle. E che proprio ai tifosi aveva chiesto aiuto per sollecitare le istituzioni. Il dissenso è invece totale.
“Pallotta- Roma ma stati uniti”, più tantissimi cori – molti non riferibili – contro il numero uno di Boston, Baldini e Baldissoni. Nessuno di loro presente in quei momenti di contestazione in sede. Baldissoni era infatti sul treno con la squadra in partenza per Reggio Emilia. Già, perché stasera la Roma giocherà contro il Sassuolo (ore 20,30, diretta Dazn) la sua penultima gara di una stagione devastante, che potrebbe concludersi con i preliminari di Europa League.
E chissà se davvero interessi a qualcuno impiccarsi la preparazione estiva – tournée americana compresa – per cominciare a giocare il 25 luglio. La testa dei tifosi è tutta alla sfida col Parma, l’ultima di De Rossi (anche lì proseguirà la contestazione), mentre quella dei giocatori a un “fuggi fuggi” che la vicenda di Daniele sta generando. «Presto tutti si renderanno conto di cosa è ed è stato lui per la Roma», dichiara a Dazn con disappunto Kolarov. «Non ho mai visto un giocatore così legato alla sua squadra. Sperava di finire la sua carriera qui, poi la società ha deciso in modo diverso», conclude il terzino, uno dei più arrabbiati per questa vicenda.
Manolas non è partito con i compagni perché ha riportato una distorsione alla caviglia in allenamento, mentre c’è e dovrebbe giocare, De Rossi. Il futuro racconta di un Gasperini pronto a sedere sulla panchina giallorossa (triennale a 2 milioni a stagione), con l’annuncio che dovrebbe arrivare dopo l’ultima contro il Parma. Il tempo di lasciare l’Atalanta, con la quale ha ormai un legame affettivo, e di trovare l’accordo definitivo con i giallorossi. E poi comincerà a lavorare con quello che sarà il nuovo ds, Petrachi, cercando di capire cosa salvare e da quale giocatore ripartire.
Consapevole che non sarà un’estate semplice, vista la netta rottura tra tifoseria e proprietà. Senza De Rossi e, chissà, forse anche senza Totti, che sta seriamente pensando di allontanarsi anche lui da Trigoria, subito dopo l’ultimo saluto dell’Olimpico da giocatore al numero 16. La piazza lo sta pressando per arrivare a questa decisione, lui è pieno di dubbi che verranno risolti al termine del campionato. Qualsiasi sarà la sua decisione, la spiegherà al popolo giallorosso.
FONTE: La Repubblica – F. Ferrazza