Dopo 25 anni di Roma e 18 anni di serie A, Daniele De Rossi se ne è andato così, tra abbracci, applausi e sessantamila tifosi con le lacrime agli occhi. Alla fine l’ultima partita, l’ultimo istante, l’ultima maglia, l’ultima fascia è arrivata. Claudio Ranieri, non un allenatore ma praticamente un parente, lo zio di una Roma-famiglia ormai trapassata e teleguidata come un drone dall’America, lo ha chiamato fuori al 36’ del secondo tempo – erano le 22.16 di domenica 26 maggio 2019 – di un Roma-Parma 2-1 (gol di Pellegrini, Gervinho e Perotti) abbastanza banale e insignificante che vale appena il sesto posto e la qualificazione di Europa League per la Roma in campionato.
Ma che è stato anche un lungo tributo al suo capitano. Al suo posto il giovane Under. È stata una lunga notte di abbracci: perfino l’arbitro Mazzoleni se lo è stretto forte al petto, mentre i romani Florenzi e Ranieri non lo lasciavano più. La Roma e i tifosi lo hanno salutato con commozione a fine partita. La moglie, i figli, ovviamente Totti, il fratello maggiore. La foto di Bruno Conti, Daniele De Rossi e Francesco Totti – tutti e tre in lacrime – resterà decenni appesa nei bar, nei circoli, nelle bacheche degli uffici, appesa ai cruscotti delle auto. Il lungo e lento giro di campo insieme a Ranieri e tutti i compagni è stata l’ultima prova agonistica e sentimentale per il duro Chuck Norris della Roma. Da oggi si cambia vita. Via De Rossi la Roma non sarà più la stessa, si avvia verso un’altra rivoluzione.
È stata una notte di addii, se ne va Ranieri per lasciare il posto con ogni probabilità al Gian Piero Gasperini che con l’Atalanta gli ha soffiato il posto in Champions League. Via Dzeko, via Kolarov, probabilmente via anche Manolas. Basta bandiere, squadra più snella, una bella sforbiciata agli ingaggi. James Pallotta e l’azienda Roma sono stati irremovibili col capitano: il pubblico non ha capito e ha contestato duramente con cori e striscioni, senza però sovrastare la festa per De Rossi.
Dopo essere andato a salutare Barzagli, è arrivato anche Gigi Buffon ad applaudire DDR nella sua ultima notte all’Olimpico. Il portierone a 41 anni e De Rossi a quasi 36 (a luglio) lottano ancora testardamente contro la pensione: sono gli unici campioni di Berlino a essere ancora in attività. Da Conti a Osvaldo a Materazzi e ovviamente Totti sono venuti in tanti per l’ultima notte di DDR all’Olimpico. A Francesco Totti sarà sembrato di tornare indietro di due anni, quando il grande passo toccò a lui. Oggi si rivede nel fratello più piccolo costretto come lui a interrompere questa storia di romanità assoluta. Si è messo davanti a una telecamera, e ha sfogliato l’album delle vecchie foto, dei momenti felici. Con i lucciconi agli occhi.
«Con Daniele abbiamo portato la Roma sul tetto del mondo. Lui è mio fratello anche fuori dal campo, con lui ho condiviso cose belle e brutte. La cosa più bella è stato crescere i figli insieme, vederli uscire da scuola e salire sul pulmino, sperando che possano fare la stessa nostra strada, non nel calcio ma nell’amicizia». Non tutto nel calcio è soldi e cinismo, vittorie e trofei. Insieme alle decine di striscioni e cori per il capitano all’addio, insieme alla contestazione durissima nei confronti di James Pallotta, la curva ha invocato il nome di Claudio Ranieri ed esposto uno striscione, ringraziandolo per essere arrivato a soccorrere la Roma nel momento del bisogno. Lui ha ringraziato e a partita in corso, mentre gli ultimi minuti di Roma gli scorrevano davanti agli occhi, si è messo a piangere. Succede quando ci metti il cuore. È il football, bellezza.
FONTE: La Repubblica – F. Bocca