Totti poteva essere preso maggiormente in considerazione?
“Credo che sia opportuno approfondire di più quello che è il momento di passaggio da essere un icona a qualsiasi altra cosa. E’ un percorso non semplice e non rapido, va accompagnato. Siamo stati molto convinti di questo e dell’esigenza di essere pazienti e di aspettarlo. A metà del secondo anno la società gli ha proposto di assumere quello che lui stesso riteneva il ruolo più consono di DT intorno a febbraio e lui non aveva ancora dato una risposta. Siamo stati dispiaciuti venendo a sapere della sua sensazione di non riuscire a incidere. L’ha detto anche lui che il suo suggerimento di Ranieri è stato ascoltato. Anche la proposta di tentare di convincere antonio conte la società lo ha voluto seguire anche a costo di esporsi a un tentativo difficile. Quindi è evidente che parliamo di un percorso che aveva già avuto modo di esprimere considerazioni che la società ha tenuto conto. Che alcune sue cose fossero state considerate è normale, in un lavoro che è di squadre, come in tutte le aziende non si decide da soli”.
La deromanizzazione… “Dispiace molto che questa sia la sua percezione figlia dell’amarezza, ma non possiamo che rispondere con dei fatti, Francesco ha avuto due contratti da giocatore e da questo nuova società e uno da dirigente e una proposta da dt. Anche Daniele due contratti da giocatore e abbiamo anche offerto di cominciare un percorso da dirigente o allenatore, ma non ci fermiamo a questo. La società non si è tirata indietro dal recuperare giocatori mandati a fare esperienza fuori come Florenzi e Pellegrini, questo si accosta ai meriti della società come la celebrazione l’iniziativa dell’hall of fame. Aver coinvolto il più possibile gli ex giocatori. L’archivio storico, una memorabilia di immagini, perché evidente la deromanizzazione sarebbe sciocca e autolesionista. Il patrimonio rappresentato da giocatori di questo calibro implica un patrimonio emozionale incredible. I fatti dicono che non è così. La prima volta che incontrai Francesco a trattativa ancora in corso con gli americani, gli spiegai quale era la considerazioni degli acquirenti per dirgli che Totti statisticamente nel mondo era più conosciuto della Roma. Il riconoscimento del valore era imprescindibile, dunque nulla di più lontano dal vero”.
Pallotta sarà più presente? “Pallotta ha dichiarato in tempi non sospetti di passare sei mesi a Boston per capire tutto ciò che ruota intorno alla gestione della Roma. L’interesse del presidente è sempre stato quello di avvicinare questi giocatori”.
Totti ha detto di non aver sentito Pallotta… “Liverpool e Chelsea, che hanno vinto i trofei internazionali, hanno presidenti che non sono lì sul posto. Pallotta invitò Totti a passare 6 mesi a Boston per capire tutto quello che faceva, anche recentemente è stato fatto. Poi capisco che c’è una differenza di cultura e lingua ma il tentativo c’è stato”.
“Baldissoni mi ha indirizzato ma non so dove”. Le parole di Totti su di lei… “Premesso che per me è un idolo d’infanzia, scrissi una lettera a un giornalista per difenderlo nell’episodio del calcio a Balotelli. Con me il rapporto è stato sempre molto chiaro, sereno e corretto. Nell’ultimo anno l’ho invitato più volte a venire nella mia stanza o a fare domanda ma semplicemente anche a leggersi il giornale, per capire quella che era la vita all’interno del club. Non opero nell’area tecnica e non ho molti argomenti di confronto, però c’è stata la mia disponibilità”
Il ritorno con una nuova proprietà annunciato da Totti. Ci saranno risvolti legali? “Noi non potevamo fare a meno di notare questo ripetuto riferimento a una potenziale nuova proprietà, ma era sollecitata più dai giornalisti che da Francesco. Il presidente è stato chiaro la Roma non è in vendita”.
Cosa lascia la conferenza di Totti? Spunti su cui riflettere? “A noi lascia tanta amarezza, è una sconfitta di tutti. Evidentemente non possiamo che essere dispiaciutissimi. Dal punto di vista delle strategie di mercato, non sono associate a questo. Non mi occupo di mercato, ma posso far riferimento a dei fatti. Quest proprietà ha investito senza sosta in questi anni. Ha completato un risanamento e ha portato risultati piuttosto buoni. E’ tra le 10 società che hanno più investito per i calciatori, sempre tenendo conto dei paletti del FFP. Continuerà la proprietà a cercare di rendere competitiva questa squadra. Sbagliare può far parte di una gestione tecnica. Quest’anno sono stati fatti degli errori. Questa è una motivazione in più per migliorarsi. Il presidente è una persona ambiziosa, vuole primeggiare nel campo sportivo. Voglio ricordare un grande equivoco di cui è vittima: lui parlando della sua avventura spiegò che nello sport aveva avuto modi di acquistare con altri soci i Boston Celtics e conseguire un titolo NBA e sperava di farlo anche con la Roma. Lui non ha mai assicurato che sarebbe successo. Certamente rimane una sua ambizione”.
Pallotta senza stadio potrebbe lasciare? “E’ evidente che lo Stadio è un tema cruciale. In questa città si tende sempre a creare aree di opacità. Non è un business di per sé. E’ un amplificatore di ricavi per far incrementare la competitività della Roma. Senza l’orizzonte diventa complesso. Senza lo Stadio sarà pressoché impossibile sfidare la Juventus. Questo deve essere chiaro”.
FONTE: Sky Sport – A. Mangiante