Lorenzo Pellegrini si è preso la Roma sulle spalle. Lo ha fatto quando Veretout ancora non era pronto e ha giocato mediano, il ruolo che ama di meno, ma in cui ha cercato di mettere in pratica tutto quello che gli ha insegnato un signore che si chiama Daniele De Rossi. Lo ha fatto in Nazionale, quando Mancini lo ha spostato più avanti, ma più largo rispetto al solito.
E lo ha fatto contro il suo amato Sassuolo, dove ha militato due anni e ha imparato tanto. Lo ha fatto diventare da promessa a calciatore vero e gli ha dimostrato come, quando in squadra non ci sono fenomeni, fare gruppo sia fondamentale.
Perché se c’è una cosa che la sfida contro il Sassuolo ha dimostrato, oltre ai tre assist e al palo colpito, è la capacità di Pellegrini di stabilire subito il giusto feeling con chi gioca con lui. Da Dzeko, che però conosce da tempo, a Mkhitaryan, passando per Veretout, Pellegrini ci ha messo pochissimo a prendere le misure e a trovarsi bene.
FONTE: La Gazzetta dello Sport