La voce di Enrico Vanzina si intenerisce ogni volta che nomina il suo Carlo. La rabbia sembra più lontana, non il dolore. «Carlo è stato un tifoso della Vita, un ultrà della Gioia. Carlo faceva il tifo per l’umorismo, per le persone intelligenti, per la sua famiglia, faceva il tifo per i ricordi, per i sentimenti, per il lavoro e per il tempo libero, per i viaggi, per le belle donne, per la letteratura, per i quadri, per i film degli altri. (…)
Che tifosi siete stati? «Molto diversi, ma la Roma è sempre stata importante per entrambi. Carlo era più tranquillo, anche se non ha mai perso una partita. Il calcio gli piaceva moltissimo. Io sono un vero malato di Roma, da ragazzino partivo in treno con i gruppi, mi hanno pure arrestato».
Arrestato? «Sì, all’aeroporto di Milano dopo un Inter-Roma in cui c’erano stati scontri. Non c’entravo nulla, ma mi fermarono, forse perché avevo i capelli lunghi… Sono stato anche uno dei primi a invadere a Genova per lo scudetto ‘83. E al Comunale ho visto il famoso gol di Turone: io e i fratelli Palma, due meccanici, tornammo in auto piangendo, ci avremo messo otto ore! Più tardi allo stadio mi ci ha portato l’avvocato Agnelli in elicottero… Indimenticabile» (Ride). (…)
Cosa pensa di questa Roma? «Negli ultimi anni la gestione ha lasciato un po’ a bocca aperta. Senza tante cessioni avremmo forse la squadra più forte d’Europa, ma è stata smembrata anno dopo anno. Spero le cose siano cambiate ora. Sono contento della conferma di Dzeko, Mkhitaryan mi sembra bravo e trovo giusto puntare sui giovani: Zaniolo se non si monta la testa è un gran giocatore e Pellegrini è forte. Poi io sono innamorato pazzo di Bello de nonna (Florenzi, ndr), sono felice sia il nostro capitano perché dà l’anima. Fonseca? Mi piace perché è elegante e non un capopopolo sguaiato e arruffone. Nonostante il mio pessimismo, io credo sarà una grande stagione».
FONTE: La Gazzetta dello Sport