Oggi come ieri. E come negli ultimi anni. L’emergenza sembra davvero infinita: la Roma perde pure Zappacosta, rottura del crociato anteriore e stagione compromessa, nel primo allenamento a Trigoria dopo il viaggio in Austria. Fonseca, alla vigilia della gara contro il Cagliari, conta i giocatori a disposizione. Sono sempre di meno. La scelta è ridotta in ogni reparto. Meno male che arriva la sosta per gli impegni delle nazionali.
Subito dopo è previsto qualche recupero. Ma così è difficile andare avanti. Il portoghese, al suo primo anno in Italia, non riesce a lavorare come vorrebbe. Deve cambiare interpreti in ogni partita. E non sempre per preservarli durante la full immersion di impegni. La formazione base, ormai è un dato di fatto, non esiste. E la rotazione obbligatoria incide sulla ricerca dell’identità di squadra.
ECCE BOMBER La Roma, domani pomeriggio, riparte da qualche punto fermo. Il principale è Dzeko, tenuto a riposo a Graz. Il centravanti, 5 reti in 7 partite (più altri 2 gol con la Bosnia), fa la differenza. Solo se c’è lui, il 4-2-3-1 dà garanzie. Finalizzatore e rifinitore. La sua presenza, ricordarlo è come scoprire l’acqua calda, rende più efficace la squadra. Segna lui e giocano meglio i compagni.
VERIFICA IN CORSO Fonseca, con Dzeko, ritrova anche altri titolari: il portiere Pau Lopez e i big Smalling e Kolarov. Certezze per il sistema di gioco dell’allenatore che, però, deve prendere di petto la situazione di precarietà nei vari settori. Il nuovo turnover sarà condizionato, oltre che dagli infortuni, anche dalle condizioni fisiche di alcuni giocatori.
In difesa, pur potendo contare sui 4 centrali, c’è da scegliere il terzino destro. Florenzi ha la febbre alta (influenza intestinale) e Spinazzola, deludente contro il Wolfsberger, rischia di non essere confermato. L’unica soluzione è di dare di nuovo spazio a Santon, tra i più lucidi nella partita di Graz.
RUOLO DA ASSEGNARE Il rebus più complicato da risolvere è alle spalle di Dzeko. Fonseca cerca il trequartista migliore tra quelli rimasti in rosa. Lo stop di Pellegrini, in questo senso, è pesantissimo. Anche perché Pastore, titolare in entrambe le gare di Europa League, ha steccato giovedì sera, fallendo la grande chance in Austria. Fisicamente e tatticamente, contro il 4-3-1-2 di Maran, non è presentabile.
Il più pronto per quella posizione è Zaniolo. Ma anche gli esterni alti scarseggiano: sono out Mkhitarian, Under e Perotti e a loro si è aggiunto Florenzi. Sui lati sembra scontata, dunque, la presenza di Kluivert e di Zaniolo. Restano solo Cristante e Veretout. Se l’allenatore dovesse rispettare il piano iniziale, giocherebbero in mediana uno accanto all’altro.
Diawara, però, ha funzionato contro il Wolfsberg. Così il principale candidato a prendere il posto di Pellegrini diventa Veretout che, nel finale del match di Lecce, è stato provato proprio dietro al centravanti. Il 4-2-3-1 della Roma sarebbe sicuramente più aggressivo e compatto.
Pure Cristante può avanzare, ma il portoghese spesso preferisce abbassarlo davanti alla difesa nel 4-1-4-1, a far da schermo nella fase di non possesso. La vera alternativa a Veretout, insomma, rimane Zaniolo. In quel caso Spinazzola potrebbe fare l’esterno alto a sinistra e Kluivert restare sulla fascia destra. E l’escluso a centrocampo sarebbe Diawara.
FONTE Il Messaggero – U. Trani