Dzeko e Kolarov sono appesi a un filo, ma mezza Roma è già all’Europeo. Sono tanti gli uomini di Fonseca che a giugno non potranno staccare la spina e che anche in questa ennesima (stancante) sosta hanno risposto alle chiamate delle rispettive nazionali. Praticamente una squadra completa. Il blocco più importante appartiene alla corazzata da record del ct Mancini.
Sicuri di un posto all’Europeo itinerante sono Zaniolo, Pellegrini, Mancini e Spinazzola. Questi ultimi due hanno dovuto rinunciare all’ultima chiamata in azzurro e sono in dubbio pure per la partita col Brescia, ma saranno nella lista dell’Italia. Rischia Cristante che tornerà solo a febbraio mentre Florenzi gode del rispetto di Mancini ma potrebbe non far parte della rosa romanista da qui a giugno.
Hanno già la qualificazione in tasca poi Pau Lopez fresco d’esordio tra i pali della Spagna e i turchi Under e Cetin. L’undici giallorosso all’Europeo potrebbe completarsi con Kolarov, Dzeko e Mkhitaryan. Il serbo si gioca le sue ultime chance ai playoff di marzo visto che la vittoria del Portogallo di ieri ha chiuso i conti del girone. Stesso discorso per la Bosnia di Edin mentre l’Armenia di Micki (che con l’Italia stasera non ci sarà) si gioca le residue speranze all’ultima giornata.
Ma ci sono altri romanisti che ancora sperano. Si tratta di Smalling, Kluivert e Veretout. I primi due sono fuori da tempo dal giro di Inghilterra e Olanda, ma se continuano così possono ambire a un ritorno in nazionale. Il difensore ha una concorrenza di fuoco (Maguire e Stones) ma l’esperienza tattica italiana potrebbe risultare utile. Justin fa parte stabilmente dell’Under 21.
Più in salita la strada di Veretout (ieri in visita a Firenze) fin qui mai convocato dalla Francia dove a centrocampo si contano nomi del calibro di Pogba, Matuidi, Kantè, e Ndombele. Ieri fine settimana di relax prima del nuovo tour de force che attende nazionali (e non) da qui a Natale. Fonseca l’ha passato in Vaticano dove ha regalato due maglie a Papa Francesco nel corso della Giornata Mondiale dei Poveri.
FONTE: Leggo – F. Balzani