Serviva un segnale di risveglio dopo le due sconfitte consecutive in campionato che avevano aperto il nuovo anno. Sei anni e nove mesi dopo la Roma torna a vincere in trasferta in coppa Italia. E il segnale arrivato da Parma nell’ottavo di finale di Coppa Italia che qualifica la Roma ai quarti contro la Juve campione d’Italia: sempre lei e come se non bastasse a quattro giorni dal derby.
E la scellerata formula di una competizione assurda che costringe le squadre a giocare a orari pazzeschi senza considerare nulla: freddo, trasferte e l’importanza di un campionato che continua a camminare su un binario parallelo, in una fase delicatissima nella quale si decide tutto. Eppure così è, ennesima follia del calcio italiano che cambia peggiorando: sempre.
Al Tardini la Roma fa il suo, batte il Parma senza colpo ferire e non soffre praticamente mai consentendo a Fonseca di pensare anche un po’ al campionato. Oltre a Dzeko, risparmiato per forza in quanto squalificato, il tecnico giallorosso come può tira i remi in barca e fa entrare quelli che finora si sono visti meno. Ma la differenza come sempre la fanno ancora quelli buoni: i titolari, a partire da Pellegrini che firma la sua prima doppietta in giallorosso mettendo a tabellino entrambi i gol della serata.
Fonseca cambia la Roma se non negli uomini (solo due le novità rispetto alla Juve), almeno nel modulo con i terzini altissimi e Cristante che indietreggia tra i due centrali difensivi. E la famosa difesa a tre provata a ripetizione a Trigoria e che a un certo punto sembrava potesse diventare realtà già contro la Juventus. Ma forse lì il tecnico portoghese giudicò eccessivo l’azzardo e tornò alla consueta difesa a quattro: non andò bene lo stesso. Però ha continuato a provarla e la cosa ieri sera è diventata concreta: non male.
Tra i «nuovi» segnali positivi da Kalinic che partecipa attivamente al gol del vantaggio giallorosso facendo sponda nel triangolo che Pellegrini ha poi chiuso con quel gran diagonale. Ma qualche minuto dopo quando sta a lui chiudere il triangolo calciando in porta, non è altrettanto efficace. È comunque un passo avanti per un giocatore che sembrava diventato un oggetto misterioso: partecipa all’azione pur non riuscendo a sbloccarsi nell’occasione che la squalifica di Dzeko gli aveva offerto.
Il pensiero va ora al prossimo atto della coppa nazionale in programma mercoledì prossimo a Torino, ancora contro la Juventus: una sentenza. E come se non bastasse prima c’è un «piacevole» viaggio a Genova. Mai come adesso la Roma non può permettersi distrazioni, perché da qui in avanti ogni passo è decisivo. Dopo la Juve c’è il derby della verità: una partita che può cambiare tutto… in un senso, ma anche nell’altro.
FONTE: Il Tempo – T. Carmellini