Serviva vincere e la vittoria contro il Gent è arrivata. Per interrompere, un mese dopo l’ultimo successo, la striscia negativa di tre ko consecutivi in campionato. Ma la qualificazione agli ottavi di finale di Europa League è tutt’altro che scontata per questa Roma, brutta, evanescente, che ha smesso di giocare il suo calcio e che esce vincitrice solo per la pochezza degli avversari.
Un’involuzione per certi versi inspiegabile che vede proprio quelli che una volta erano i protagonisti, tra i peggiori in campo: tra Kolarov, Pellegrini e Spinazzola è difficile decidere chi ha fatto peggio. E tutto questo, sotto gli occhi di uno sbigottito El Shaarawy in tribuna per vedere gli ex compagni, contro i modesti belgi del Gent che faticherebbero a trovar posto nella colonna di sinistra del campionato italiano, ma che almeno hanno dimostrato di essere una squadra. E la settimana prossima, a casa loro (ieri all’Olimpico i tifosi ospiti erano settemila), sarà tutta un’altra partita.
È chiaro, perché la Roma continua a concedere troppo… a tutti. Fonseca cambia, consapevole di quanto importante sia l’Europa a questo punto della stagione giallorossa, ma anche pensando al campionato che domenica prossima metterà la sua Roma di fronte all’ottimo Lecce di Liverani ancora non del tutto fuori dalle sabbie mobili della retrocessione. Quindi ossigeno a qualcuno e minuti da sfruttare per altri: ma non tutti lo fanno nel modo giusto. Lascia fuori Mancini che fin qui è uno di quelli che ha giocato di più e mette dentro Fazio finora quasi a riposo. Rispolvera Kolarov (malissimo) al quale ultimamente aveva fatto tirare il fiato e manda dentro dall’inizio il nuovo arrivato Carles Perez (bocciando di fatto Under).
E forse non é un caso se il gol del vantaggio giallorosso porta proprio la firma dello spagnolo (migliore in campo dei suoi) alla prima apparizione da titolare: non male. Assist di Dzeko (anche lui bene), interno sinistro che piega il portiere del Gent per l’1-0 che avrebbe potuto mettere la partita in discesa. Macché… Primi venti minuti su un buon ritmo poi il calo che porta all’intervallo con la Roma a rischiare inutilmente almeno un paio di volte. Nei quindici di riposo il tecnico richiama l’attenzione dei suoi per una gara che rischia di diventare tutt’altro che semplice, ma non ottiene il risultato sperato perché la Roma va un po’ meglio ma non decolla.
Alla fine Fonseca cambia ancora, ma il bilancio resterà a suo favore solo perché i belgi sotto porta sono davvero poca cosa: però i suoi ballano sempre e ogni qual volta sono costretti a ripiegare, accusano contro i pur modesti avversari. Così è dura pensare positivo, stavolta alla Roma è andata bene ma può non bastare in vista del ritorno e soprattutto servirà altro per svoltare.
FONTE: Il Tempo – T. Carmellini