Tenere i big, abbassare i costi e trovare con l’Uefa un punto di incontro sul fair play finanziario. Il piano di Friedkin per rinforzare la Roma che verrà non sarà facile ma è già iniziato nonostante la firma sul passaggio di proprietà debba ancora arrivare.
Tra le cause della mancata ufficialità (attesa a giorni) pure il coronavirus che ha rallentato il disbrigo di alcune misure relative alle 12 società di Pallotta più le due partecipate allo sviluppo dello stadio.
Ma torniamo al piano made in Texas del magnate della Toyota Usa. La situazione debitoria del club e la probabile mancata qualificazione in Champions frenano le ambizioni almeno per la prima finestra di mercato.
L’aumento di capitale di 150 milioni è stato fissato in questa cifra proprio in previsione del saldo negativo che sarà sui 130 milioni. In altre annate il buco veniva parzialmente tamponato con le plusvalenze e con le cessioni dei big: da Salah ad Alisson passando per Strootman.
Il diktat di Friedkin però è chiaro: i big come Zaniolo e Pellegrini non si toccano. Due le vie percorribili: far crescere i ricavi attraverso nuovi canali di sponsorizzazione e abbassare i costi relativi soprattutto agli stipendi di calciatori e personale di Trigoria.
Questo non vuol dire che si abbasserà necessariamente il tetto ingaggi, ma che bisognerà sfoltire quelle voci poco costruttive alla crescita del club. E’ il caso di giocatori dallo stipendio elevato e il basso rendimento come Juan Jesus, Florenzi, Pastore o Perotti. Altri soldi potrebbero arrivare da giovani come Schick e Under.
Il mercato in entrata ci sarà, ma senza spese folli. Ben accetti i parametri zero. L’investimento iniziale sarà fatto sul parco dirigenti dove si puntano almeno due figure: un nuovo ds e un direttore generale di spessore.
Friedkin, che lascerà la guida della Roma al figlio Ryan, sta trattando con l’Uefa che per ora non potrà concedere il Voluntary agreement per i club che hanno cambiato nell’ultimo anno proprietario e per i quali verrebbe concesso maggiore margine di manovra.
Dan spera in una deroga parziale. L’ultima speranza viene dalla qualificazione in Champions che potrebbe passare dalla vittoria dell’Europa League. A proposito: il match d’andata degli ottavi a Siviglia potrebbe giocarsi a porte chiuse.
FONTE: Leggo – F. Balzani