Come si gestirà la situazione?
“Viviamo in una società in cui l’informazione calcistica e sportiva vive quotidianamente, quindi ora si devono riempire le pagine parlando della speranza di tornare a giocare. Ora tutti i campionati europei si stanno limitando a dire che non si riparte prima di una certa data, anche perché il calcio è a valle di una serie di attività che vanno riprese il prima possibile”.
Come sindacato calciatori avete deciso qualcosa per il futuro? “Come in passato, decidere a tavolino è molto rischioso dal punto di vista dei ricorsi. L’obiettivo è finire i campionati sul campo, è il modo migliore per i verdetti di tutte le categorie. Il rischio reale è di chiudere qui, resta il fatto che nelle categorie come Lega Pro e dilettanti la sofferenza economica c’è anche nei calciatori e nelle società che rischiano di non iscriversi. Perché parecchi patron sono legati alle aziende private. Cerchiamo di salvare il calcio professionistico”.
Sei stato il primo a tagliarti lo stipendio con la Roma, prendendo il minimo sindacale dopo una serie di infortuni… “Sicuramente a livello personale la prospettiva era quella di adesso, di non tornare a giocare. Ho fatto un investimento, ma alla fine ho vinto la sfida tornando in campo. Dopo un doppio infortunio grave è stata una doppia vittoria”.
Tra l’altro sei anche stato uno dei primi ad andare a giocare in Cina… “Tutta questa emergenza l’ho vissuta in maniera particolare, avendo un amico che vede dalla finestra di casa l’ospedale costruito in 10 giorni a Wuhan. Lì gli manca qualche mese per uscirne”.
Per Capello eri più importante di Totti e Batistuta. La partita più bella che hai giocato? “Parto da una premessa. Forse uno dei regali più belli che ho fatto alla Roma è aver permesso a Totti di giocare fino a 40 anni, visto che per 10 anni ho corso per lui (ride, ndr). A ognuno il suo, io dovevo correre e lui faceva altro. La partita che ricordo con più emozione è quando ho fatto il gol al rientro dall’infortunio, dopo poco più di 1 minuti. Era una cosa a cui non ero abituato, il gol. Sono stati i due minuti più emozionanti della mia carriera”.
FONTE: RAI Radio2