Fino a quel 30 maggio del 1994 Di Bartolomei non si era mai tirato indietro. A partire dal 1973 quando, prima della gara decisiva che assegnava lo scudetto Primavera, parlò ai suoi compagni con una maturità da veterano come ricordò tempo fa Liedholm in una vecchia intervista. Ago non si tirò indietro mai, neanche 10 anni prima quella serata tragica. Quando la Roma perse la finale di Coppa dei Campioni col Liverpool lui fu uno di quelli che segnò. Furono altri quelli che passarono la mano.
Non arretrò neanche quando nella primavera dello stesso anno ebbe il coraggio di chiamare il Barone: “Mi porteresti con te al Milan?”. Sapeva che la sua esperienza nella Capitale era giunta al termine. Dieci anni dopo invece arretrò, sparandosi nella sua casa a Castellabate un colpo di pistola al petto. Quel suo sembrare schivo rese difficile creare un legame con la tifoseria che comunque in breve divenne viscerale: “Ricordo che nel suo borsello teneva una foto di lui che abbracciava dei tifosi in Curva Sud”, ha detto la moglie Marisa. Questo era Ago.
FONTE: Tuttosport – S. Carina