La Juventus alza il tiro, la Roma alza il muro. Nel mezzo si sistema Nicolò Zaniolo, che da bambino avrebbe sognato la maglia bianconera ma adesso non vorrebbe rinunciare ai colori che porta addosso. E’ un fatto che la Juve sia interessata a Zaniolo, già dalla scorsa estate. Ed è altrettanto certo che le due società parleranno di scambi utili ad alleggerire il bilancio. Ma la Roma non intende sacrificare il suo diadema, così come non rinuncerà al gemello dorato Lorenzo Pellegrini se non sarà obbligata dalle circostanze finanziarie. A bocce ferme, i dirigenti italiani della Roma si impegneranno fino all’ultimo cent per scongiurare perdite tecniche decisive per la competitività della squadra.
Anche perché, nel caso di Zaniolo, vendere oggi sarebbe come farsi gol da soli all’ultimo secondo di un derby. Il calciatore ha appena 21 anni, viene da un terribile infortunio, non potrà che acquisire valore nei prossimi mesi. In più la crisi mondiale determinata dalla pandemia ha provocato una logica recessione: abbassandosi i ricavi per tutti i club, crollano i prezzi. Oggi Zaniolo potrebbe cambiare squadra per non più di 40 milioni, circa la metà di quanto la Roma chiedeva lo scorso anno. E non dimentichiamo che al totale va sottratto il 15 per cento del cartellino, che in caso di vendita spetterà all’Inter secondo gli accordi stipulati nel 2018. Insomma, la separazione tra la Roma e Zaniolo può avvenire solo se la Roma arriva al clou del mercato senza possibilità. O se arriva un’offerta da 60 milioni. (…)
La Juventus sarebbe pronta a inserire giocatori non strategici, tra i quali rientra Bernardeschi, ma alla Roma non interessano scambi di alto livello. Bernardeschi poi guadagna 4,5 milioni netti a stagione, cosa c’entra con un club che deve tagliare rigorosamente il monte salari? Se da Roma partiranno dei giocatori importanti, dei titolari insostituibili, sarà solo per soldi. Per avere liquidità da reinvestire. Il baratto è ammesso – di più, raccomandato – per operazioni marginali, che consentano di produrre plusvalenze “credibili” e non puramente contabili. L’esempio è Spinazzola–Pellegrini del 2019. Impensabile che Zaniolo rientri in questo contesto. (…)
FONTE: Il Corriere dello Sport – R. Maida