Sulle note di «C’era una volta in America» la Roma si rialza e torna al quinto posto. Inizia tutta in salita, va sotto col Parma, poi spinge sull’acceleratore e ribalta con Mkhitatyan e Veretout una gara che poteva finire anche con un punteggio più netto. Ma va bene così, i giallorossi rispondono a Milan e Napoli e restano in corsa per l’Europa: o meglio per evitare il “maledetto” preliminare.
Fonseca non cambia modulo, con Smalling infortunato arretra Cristante al centro della difesa dando fiducia ancora a Ibanez e Mancini. In avanti conferme di Mkhitaryan e Pellegrini e di Spinazzola sulla sinistra: a destra c’è invece Bruno Peres per Zappacosta rimasto in panchina. Davanti alla difesa il rientro di Diawara con Veretout spostato di qualche metro. Fuori da tutto Kluivert: scelta tecnica che andrà approfondita per il futuro.
Pronti via subito sotto, perché al primo affondo del Parma Cristante, che ancora deve capire deve capire dove si trova, tocca Cornelius in area e Fabbri viene richiamato dal Var: l’analisi dell’episodio non lascia scampo ai giallorossi e dal dischetto Kucka porta avanti i suoi. E’ la botta che sveglia la Roma. Reagisce, cresce col passare dei minuti e fino al termine della prima frazione si gioca praticamente a una porta.
Così, dopo un palo centrato da Pellegrini (17′) arriva l’atteso gol del pareggio (42′). Lo firma Mkhitaryan al suo ottavo sigillo in giallorosso. Un gol che rimette in corsa una Roma sfortunata: perché allo scadere meritava di passare in vantaggio ma il colpo di testa di Ibanez esce di un soffio.
E nella ripresa la dinamica non cambia, la Roma spinge, cresce e passa in vantaggio con il gran gol di Veretout tornato ad essere fondamentale per questa squadra. Il francese prende palla da Mkhitaryan (c’è sempre lo zampino dell’armeno ancora una volta centrale nella manovra giallorossa), punta la porta difesa da Sepe e lo inchioda con un destro micidiale.
Cinque minuti e Pellegrini ha tra i piedi la palla per chiudere la pratica, ma si perde in uno dei suoi eccessi di autostima e il Parma salva la pelle. Non solo ma dieci minuti dopo Fabbri torna alla Var per un fallo di mano in area di Mancini: ma stavolta l’arbitro decide che va bene così. Ma la beffa è nell’aria e arriva l’immancabile gol dell’ex firmato Gervinho: ma un fuorigioco salva i giallorossi. Da qui in avanti è battaglia, più di nervi che fisica perché la Roma è sulle gambe e Fonseca tentenna sui cambi.
Poi mette Carles Peres e Villar ed è proprio il nazionale under 21 spagnolo a sbagliare la palla match. Finita? Macché, entra Zaniolo e a 3′ dalla fine serve al giovane collega spagnolo una palla sulla quale c’è scritto sopra: spingere. Niente, non ce la fa e l’ultimo brivido corso dalla Roma è tutta colpa sua. Ma stavolta gli va bene… perché lassù qualcuno li ama.
FONTE: Il Tempo – T. Carmellini